Contini a Videolina Sport: "Spareggio del '97 dibattito da bar. Sconcertato per il gioco del Cagliari, speriamo ci sia un miglioramento"

Contini a Videolina Sport: "Spareggio del '97 dibattito da bar. Sconcertato per il gioco del Cagliari, speriamo ci sia un miglioramento"
lunedì 26 maggio 2025, 21:45News
di Vittorio Arba

L'ex arbitro ed opinionista Andrea Contini, ai microfoni di Videolina Sport, ha analizzato la stagione del Cagliari. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Mi sono sottratto rigorosamente per tutta la settimana, sia in presenza che sui miei social, al dibattito sulla partita di Napoli, perché secondo me era un dibattito sterile, un dibattito da bar, da tifosi. Lo considero un confronto del tutto privo di senso, anche perché, personalmente, non me ne importa nulla del 1997. Ero presente anch'io quel giorno, ma quella del '97 è una cosa che ho rimosso un quarto d’ora dopo aver lasciato lo stadio di Napoli, dopo quello spareggio famoso su cui è stato realizzato anche un bel documentario. Contro il Piacenza, il Cagliari perse e ci furono delle tensioni con alcuni tifosi del Napoli, ma sono passati tanti anni. E poi, all’epoca, ero anche giovane… immaginate quanto possa pesarmi oggi quel ricordo. C'è un'altra ragione per cui ho evitato il dibattito: al di là della differenza nei valori tecnici, nello sport come nella vita contano tantissimo le motivazioni. Si sono affrontate due squadre con stati d’animo opposti: da un lato una squadra fortissima, che ha vinto il campionato l’anno scorso, motivata, spinta da un pubblico straordinario; dall’altro una squadra provinciale, di medio-bassa classifica, che si è salvata con merito, ma completamente demotivata, e questo è normale: quando raggiungi l’obiettivo, un calo di tensione è fisiologico. Vai in casa loro senza nulla da chiedere, e ci sta. Quindi no, non mi aspettavo nessun miracolo e non avevo alcun desiderio di rivalsa nei confronti del Napoli. Anzi, se posso dirlo, io mi sento parte del 'partito dei meridionali', perché mi sento meridionale in un campionato di Serie A a trazione settentrionale, con ben cinque squadre della Lombardia. E meno male che il Monza è retrocesso, non perché ce l’abbia col Monza, ma perché è una squadra lombarda. Se vince il campionato una squadra del Mezzogiorno, io sono felice. Le squadre meridionali erano tre: Cagliari, Lecce e Napoli. Roma e Lazio, da un punto di vista geografico, stanno al centro-sud, ma economicamente sono più vicine al Nord. In un campionato a 20 squadre in cui 17 sono da Roma in su, vedere una squadra del Sud vincere lo scudetto, al netto delle polemiche passate con Napoli e i suoi tifosi, mi rende felice. Poi, la prima riflessione da fare è comunque la felicità per la salvezza raggiunta. Prima di ogni altra considerazione, questo va detto. Certo, ci sono anche elementi critici, perché alcune cose non hanno funzionato, ma il bicchiere è mezzo pieno, non mezzo vuoto. L’obiettivo è stato centrato per il secondo anno consecutivo, e con meno sofferenza rispetto alla stagione scorsa, in cui il Cagliari attraversò periodi molto difficili. Mi ricordo la crisi di gennaio, le dichiarazioni di Claudio Ranieri dopo la gara contro la Lazio, in cui disse di voler dare una scossa con le dimissioni. Quest’anno, invece, il campionato è stato più regolare. E secondo me, questa squadra è più competitiva rispetto a quella dell’anno scorso.

Basti pensare che abbiamo avuto un attaccante in doppia cifra, mentre nella stagione precedente i capocannonieri erano due, con appena 5 gol a testa. Quindi squadra più competitiva, percorso meno complicato, e obiettivo raggiunto. Questo va sottolineato e valorizzato, perché non era affatto scontato. Certo, partite opache ce ne sono state. Il Cagliari ha perso nove volte in casa. Io le ho viste tutte: ogni domenica allo stadio e tutte le trasferte in TV. Devo dire che qualche volta sono andato via col magone. La domenica sera, dopo certe partite, si fa fatica anche a tornare al lavoro il giorno dopo. Ti rimane addosso una tristezza, che non è solo per la sconfitta. Perdere con squadre più forti ci sta. Ma ci sono state prestazioni davvero sconcertanti, e questo è il mio punto critico verso la squadra e verso Davide Nicola. Lo dico chiaramente, pur riconoscendo che la salvezza è un grande risultato. È chiaro però che ora ci si aspetta uno step ulteriore dal Cagliari, dalla società, da Tommaso Giulini, dal direttore sportivo, dalla squadra e dall’allenatore, se sarà ancora Nicola. Non sto chiedendo di arrivare decimi — il Como è arrivato in Serie A e ha speso 80 milioni. Ha la proprietà più ricca d’Europa. Magari non punteranno subito allo scudetto, ma non perché manchino i soldi: investire certe cifre in una città piccola è una scelta delicata. Se poi non vinci, rischi il disastro economico. Tornando al Cagliari, non mi interessa un piazzamento preciso, ma da tifoso e da osservatore mi piacerebbe che il Cagliari giocasse meglio. Perché qualche volta sono uscito dallo stadio sconcertato, non tanto per la sconfitta, ma per la qualità del gioco, che in troppe occasioni è stata insufficiente. Il calcio è anche spettacolo. Il risultato è la cosa più importante, certo — come diceva Gianni Agnelli — ma se vado allo stadio e non mi diverto, torno a casa deluso. E questa, secondo me, è una riflessione che dobbiamo tenere presente".