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UN MIRTO CON... SILVIO BALDINI

di Matteo Bordiga

Tecnico ruspante, verace, autentico. Poco incline al compromesso, strenuo nemico dell’affettazione, della retorica e dell’ipocrisia che spesso regnano sovrane nel mondo del calcio.

Piuttosto che allenare a certe condizioni, lui preferisce non allenare. Ciononostante, le (numerose) squadre che ha guidato hanno sempre avuto un marchio chiaramente riconoscibile, offrendo spesso al pubblico un calcio frizzante e garibaldino. Si ricordano in particolare il suo spumeggiante Empoli dei primi anni Duemila, la Carrarese traghettata al secondo posto in serie C e il Palermo con lui promosso in B in tempi più recenti.

Silvio Baldini è un allenatore talmente genuino da risultare, talvolta, divisivo. Ma se c’è una cosa che non può essere messa in discussione è la sua profonda competenza calcistica e la sua capacità di trasmettere alla squadra le idee tecnico-tattiche che propugna.

Baldini, che idea si è fatto sull’ultimo campionato del Cagliari in serie B?

“Dico che Ranieri ha fatto un miracolo. Non a caso il Cagliari ha fatto gol a Bari proprio all’ultimo secondo: è stato come un segno del destino. Claudio è riuscito a trasformare questa squadra. Ed evidentemente era nel suo destino, nel percorso che ha fatto attraverso tutta la sua carriera, vincere proprio al fotofinish allenando quella stessa squadra con la quale aveva già ottenuto enormi soddisfazioni anni addietro. Il fato si è ricordato di questo tecnico e l’ha voluto premiare in questo modo emblematico.”

Quindi ritiene che la svolta determinante della stagione del Cagliari sia stata indiscutibilmente l’ingaggio di Ranieri a dicembre?

“Beh, d’altra parte dispiace quando viene esonerato un allenatore. A mio parere tra l’altro Liverani è un ottimo tecnico: lo dimostra soprattutto quello che ha fatto a Lecce. Non è certo l’ultimo arrivato. In più ha anche vissuto delle situazioni familiari molto difficili: diciamo che il suo passaggio al Cagliari non è coinciso con un momento per lui felice e fortunato. Sta di fatto che con l’arrivo di Ranieri le cose sono decisamente cambiate, e adesso i rossoblù si apprestano a cimentarsi col campionato di serie A.”

L’impressione è che il tecnico romano, al suo arrivo in Sardegna, per prima cosa abbia aggiustato la difesa, che faceva acqua da tutte le parti, e solo dopo abbia puntellato il centrocampo e l’attacco.

“Io non voglio fare valutazioni di questo tipo, addentrandomi nell’aspetto tattico che, da osservatore esterno, non posso conoscere a fondo. Mi limito a ripetere che quest’uomo meritava un premio, e il destino ha voluto riconoscerglielo mandandolo in serie A proprio all’ultimo secondo col gol di Pavoletti, quando sembrava che la promozione fosse ormai appannaggio del Bari.”

A suo avviso, in linea generale, dove può arrivare questo Cagliari da qui al prossimo maggio?

“Ranieri ormai qualche capello bianco ce l’ha. Conosce a menadito non solo la serie A, ma tutti i campionati europei. Sa perfettamente cosa ci vuole al Cagliari per fare bella figura. E il fatto che al timone ci sia lui è la migliore garanzia che le cose, per i sardi, andranno bene.”  


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