UN MIRTO CON... SANDRO TOVALIERI
Un sogno vestito di rossoblù, trasformatosi in un incubo in quel di Napoli. Dove neanche il morso del “Cobra” fu sufficiente per evitare di sprofondare nell’abisso della cadetteria.
Quei giorni Sandro Tovalieri li ricorda bene: correva l’anno 1997, e grazie soprattutto ai suoi “velenosissimi” gol di rapina il Cagliari di Carletto Mazzone inseguiva, con sempre maggiore consapevolezza gara dopo gara, una salvezza che alla fine del girone d’andata pareva impensabile. Gli isolani riuscirono – miracolosamente – a guadagnarsi la “coda” finale dello spareggio col Piacenza, ma al San Paolo crollarono sotto i colpi degli emiliani e così la serie A, vissuta e goduta per tanti anni di fila, andò drammaticamente in frantumi.
Oggi l’undici di Ranieri si trova in una situazione simile, ma la via verso la salvezza non pare così irta di affanni e di trabocchetti come quella che percorreva il Cagliari del “Cobra” Tovalieri…
Sandro, il Cagliari viene dalla sconfitta di Monza – preceduta però da un filotto di risultati positivi e di importanti vittorie. Come vede la sua ex squadra nel rush finale per conquistare la permanenza in A?
“Oggi il Cagliari è una formazione compatta, quadrata. A Monza ha perso, ma per conto mio ha disputato un’ottima partita. Certo la gara col Verona in programma tra dieci giorni all’Unipol Domus riveste un’importanza fondamentale: vincendola Nandez e compagni si allontanerebbero sensibilmente dalla zona calda. Sarà una rincorsa difficile, ma credo che i rossoblù – rispetto alle rivali – abbiano qualcosa in più.”
Qualcosa in più dal punto di vista tecnico?
“Dal punto di vista tecnico e caratteriale, grazie soprattutto all’apporto del loro allenatore. Le sue ventilate dimissioni hanno sortito l’unico effetto di unire e compattare ancora di più l’ambiente. Poi il Cagliari ha un pubblico fantastico che rimane sempre vicinissimo ai giocatori: a Monza c’erano quasi tremila tifosi al seguito della squadra. Insomma, ci sono tutti i presupposti per raggiungere l’obiettivo finale. Forse lo dico anche perché ho militato con orgoglio in maglia rossoblù, e serbo bellissimi ricordi di quell’esperienza.”
A proposito dei suoi trascorsi a Cagliari, nota qualche similitudine tra la vostra rincorsa salvezza e il percorso che sta compiendo quest’anno la compagine isolana?
“La nostra non era sicuramente una squadra da serie B, per valori tecnici e caratteriali. Però è anche vero che alla fine del girone d’andata era molto complicato pronosticare la permanenza in serie A. Tuttavia eravamo forti e attrezzati, e lo dimostrammo recuperando tantissimi punti e arrivando fino allo spareggio del San Paolo. Il percorso del Cagliari attuale è sicuramente significativo: viene da un campionato di B vinto ai playoff, pertanto l’approccio con la massima categoria non è stato dei più facili. Ma ha un grande allenatore, una tifoseria compatta e giocatori di qualità: per queste ragioni sono convinto che alla fine, in un modo o nell’altro, taglierà il traguardo. Anche perché le dirette concorrenti, vedi soprattutto Lecce e Frosinone, in questo periodo faticano a raccogliere punti con continuità.”
Sandro, domanda da bomber: come giudica il reparto offensivo del Cagliari? C’è qualche attaccante in cui si rivede o che le piace particolarmente?
“Ranieri può fare affidamento su un parco attaccanti di sicuro valore. Hanno quasi tutti una consolidata esperienza in serie A. Anche Shomurodov, coi due gol segnati contro la Salernitana, si è finalmente sbloccato. Lapadula e Luvumbo hanno numeri importanti. Quando lotti per la salvezza devi aggrapparti soprattutto agli attaccanti. Ma direi che tutta la rosa del Cagliari è competitiva: non è un organico da piazzamento europeo, ma neanche da terzultimo o quartultimo posto. La verità è che i sardi hanno attraversato un periodo molto brutto all’inizio della stagione, ma da qualche tempo a questa parte il loro rendimento è più in linea con le loro reali potenzialità.”