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UN MIRTO CON... ROBERTO SORRENTINO: "Davide Nicola e la Sardegna sembrano fatti l'uno per l'altra. Con la Roma sarà importante soprattutto la prestazione: i punti il Cagliari deve farli innanzitutto contro le dirette concorrenti"

di Matteo Bordiga

Per buona parte degli anni Ottanta la porta del Cagliari è stata difesa da un numero uno napoletano che guizzava come un’anguilla e volava da un sette all’altro. Roberto Sorrentino in Sardegna, oltre al ricordo delle sue prodezze tra i pali, ha lasciato il cuore. Ogni volta che parla della squadra rossoblù si illumina e augura agli isolani le migliori fortune sportive (e non solo). E, ripensando agli anni vissuti in terra sarda, sotto quei baffoni sornioni si accende un sorriso tanto raggiante quanto malinconico.

Roberto, che ne pensa di Davide Nicola, il tecnico scelto da Tommaso Giulini per succedere a Claudio Ranieri sulla panchina del Cagliari?

“Con Davide ci conosciamo da anni. Io credo che sia un tecnico molto sottovalutato, alla luce di quello che ha dimostrato e, soprattutto, dei risultati che ha conseguito negli ultimi anni. Il Cagliari ha fatto davvero un’ottima scelta, perché Davide Nicola significa preparazione, competenza e professionalità. Poi sono sicuro che in un ambiente come quello cagliaritano il tecnico piemontese troverà la sua giusta dimensione: Nicola e la Sardegna sembrano fatti l’uno per l’altra.”

I tifosi chiedono a gran voce un allenatore coraggioso e propositivo, che faccia giocare bene la squadra e che affronti a viso aperto anche gli avversari più blasonati. Il profilo di Nicola, in questo senso, incarna i desiderata della piazza rossoblù?

“Nicola ha sempre provato a fare del buon calcio, compatibilmente col fatto che, purtroppo, finora ha sempre allenato formazioni di medio-bassa classifica. Ovviamente se hai a disposizione giocatori di qualità puoi riuscire più facilmente nell’intento di proporre un gioco brillante, ma se manca la materia prima devi ricorrere al caro vecchio ‘palla lunga e pedalare’. La coperta è corta. Il Cagliari quest’anno debutterà in serie A con la Roma, una compagine di vertice che ha fatto degli acquisti importanti e che ambisce a traguardi prestigiosi. Mi auguro, da ex rossoblù, che Pavoletti e compagni possano strappare un risultato positivo, anche se la cosa più importante in assoluto è fare bene, offrire una prestazione convincente. Non è contro la Roma, la Juve o l’Inter che si devono fare i punti-salvezza. Beninteso, se arrivano pareggi o vittorie anche contro queste corazzate tanto meglio, ma il Cagliari deve mettere fieno in cascina soprattutto quando affronta le dirette concorrenti.”

Roberto, secondo lei come se l’è cavata fino a questo momento il Cagliari sul mercato?

“Direi abbastanza bene. Le mosse della dirigenza isolana non mi sono dispiaciute. Io però avrei preso un centrocampista in più: un elemento tecnico in grado di far girare la squadra e di migliorarne il palleggio. Un classico regista, un metronomo che sappia quando deve rallentare e quando deve accelerare il gioco. Nello scacchiere di Nicola secondo me manca un centrocampista di spessore con queste caratteristiche.”

In attacco sembrerebbe in uscita Gianluca Lapadula, mentre Piccoli, proveniente dall’Atalanta, si candida al ruolo di rivelazione dell’anno in casa rossoblù.

“Lapadula farebbe bene ad andare via se ricevesse una proposta di un certo tipo. Un’offerta che gli garantisca un significativo salto di qualità. Ma se la prospettiva è quella di andare a giocare in una squadra con gli stessi obiettivi e con le stesse ambizioni del Cagliari, a mio avviso deve restare in Sardegna. Piccoli è molto promettente, ma non è detto che quest’anno riesca ad andare in doppia cifra. Alla Juve, all’Inter o al Milan magari hai quattro o cinque palle gol a partita. Al Cagliari te ne capitano una o due, e devi essere bravo e cinico a capitalizzarle. Per cui prima di pretendere dieci-quindici gol stagionali da Piccoli aspettiamo di vedere cosa è capace di fare in una realtà come quella isolana, e che impatto avrà sull’attacco cagliaritano. Detto questo, se si dovesse presentare l’opportunità di ingaggiare un altro attaccante di alto livello non credo che il presidente Giulini si tirerebbe indietro.”


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