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UN MIRTO CON... RICKY ALBERTOSI: "Stasera vedo il Milan largamente favorito. Il Cagliari gioca anche bene, ma è troppo discontinuo: sbaglia gol semplici e commette gravi errori difensivi. Sui calci piazzati riproporrei la marcatura a uomo"

di Matteo Bordiga

Ricky Albertosi, la “piovra di Pontremoli”, è forse il doppio ex più illustre della sfida in programma stasera tra Milan e Cagliari.

Il grande portiere dello scudetto rossoblù analizza lo stato di forma delle due squadre, ammonendo i tifosi isolani: “A San Siro sarà molto difficile prendere punti”.

Ricky, come arrivano Milan e Cagliari allo scontro di stasera, particolarmente importante – per diverse ragioni – per entrambe le compagini?

“Per il Cagliari sicuramente sarà una partita difficilissima. Il Milan è superiore e largamente favorito. I rossoblù, per salvarsi, più che sfide come quella di San Siro sono chiamati a vincere gli scontri diretti con le parigrado. Gli uomini di Sergio Conceicao saranno motivatissimi: questo è il momento peggiore per incontrare il Milan, che ha appena cambiato allenatore e, in più, viaggia sulle ali dell’entusiasmo per il successo in Supercoppa. C’è da giurare che Leao e compagni vorranno dimostrare al nuovo tecnico che la conquista della Supercoppa in Arabia non è arrivata per caso.”

Il Cagliari finora ha totalizzato 17 punti in 19 partite, giocando talvolta in maniera convincente e altre volte con molta meno brillantezza e con poca incisività offensiva. Qual è il vero volto di questa squadra?

“In certe circostanze i rossoblù hanno giocato benissimo, anche se poi non sono riusciti a fare risultato. Altre volte, giocando molto meno bene, hanno centrato un pareggio o una vittoria. Di certo a Venezia non avrebbero mai dovuto perdere: quello era un confronto diretto molto importante. A me sembra che, tutto sommato, la squadra esprima anche un buon calcio, ma poi sbaglia dei gol relativamente semplici e commette degli errori gravi in fase difensiva che spesso le costano la sconfitta. In più non si riesce a trovare continuità.”

L’elevato numero di reti subite dall’undici di Davide Nicola sugli sviluppi di calci piazzati – siano essi calci di punizione o calci d’angolo – fa pensare che, almeno in certe circostanze, potrebbe avere senso ripristinare la tradizionale marcatura a uomo anziché schierarsi sempre a zona. Lei cosa ne pensa?

“Sono assolutamente d’accordo. Ai miei tempi io mettevo sempre, su ogni calcio piazzato, un mio difendente a marcare un avversario. Uomo su uomo. L’avversario che saltava meglio di testa veniva regolarmente marcato dal nostro difensore che saltava meglio di testa. Bisogna comportarsi così sui calci piazzati: non ci si può schierare a zona, perché basta che un avversario spizzichi una palla alta e ti ritrovi l’attaccante libero da marcature davanti alla tua porta. Se invece ognuno tiene il suo uomo diventa molto più difficile per chi attacca. Oggi gran parte dei gol che sbloccano il risultato giungono su calci da fermo: angoli o punizioni. Arriva il colpo di testa vincente e, magari, cambia la partita. Anche le grandi squadre non fanno eccezione: incassano troppe reti in seguito a giocate da palla inattiva.”


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