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UN MIRTO CON... MASSIMO PAGANIN: "Cagliari, la qualità dei nuovi arrivati è identica a quella dei giocatori che sono partiti. La squadra può fare bene, ma lotterà con compagini ostiche come Parma e Como. Sarà fondamentale partire bene"

di Matteo Bordiga

Massimo Paganin, ex difensore – tra le altre – di Inter, Brescia, Bologna e Sampdoria e noto opinionista e commentatore sportivo sulle reti Mediaset, fa le carte al Cagliari di Davide Nicola in vista della stagione ventura, commentando acquisti e prospettive della formazione isolana giunta al suo secondo anno consecutivo di serie A.

Massimo, come valuta i nuovi innesti voluti dalla dirigenza e dal neotecnico Nicola per rinforzare il Cagliari?

“Fermo restando che, ad oggi, la dimensione del Cagliari è quella di lottare per la salvezza, direi semplicemente che i buoni giocatori che sono andati via sono stati sostituiti da elementi altrettanto validi. Insomma, la qualità dei nuovi innesti è praticamente identica a quella di chi è partito. Nel complesso quella rossoblù è una buona squadra, che potrebbe ottenere risultati discreti. Non credo che il prossimo campionato sarà radicalmente diverso dal precedente: l’obiettivo sarà la permanenza in A. Ci sarà dunque bisogno di un attaccante di valore: Piccoli è una buona punta, giovane, che in Sardegna ha la grande possibilità di crescere. Ama attaccare la profondità ma anche giocare spalle alla porta. Deve ancora lavorare parecchio per migliorare, e a Cagliari dovrà sudare per guadagnarsi il posto da titolare.

Luperto è un classe 1996, quindi ha già parecchi anni di serie A alle spalle. In generale, sono stati fatti degli acquisti funzionali al progetto, anche nell’ottica di ringiovanire la rosa. Zortea ha 25 anni ed è un giocatore versatile: dove verrà impiegato dipenderà molto dal sistema di gioco che vorrà adottare Nicola. Il tecnico piemontese ha utilizzato spesso il 3-5-2, ma anche vari altri moduli. Il 3-5-2 ti consente sia di difenderti, facendo molta densità, sia di attaccare con efficacia, col sostegno dei quinti e delle mezzali e con le due punte là davanti. Anche se poi nel calcio moderno questi sono solo numeri: ogni squadra gioca con un sistema quando si difende e con un altro quando attacca.

Per il Cagliari a mio avviso sarà fondamentale partire bene: un avvio di stagione positivo può essere il grimaldello per creare i presupposti per una buona annata.”

Secondo lei il mercato rossoblù può dirsi pressocché concluso o, al contrario, manca ancora qualche tassello strategico? Penso ad esempio a un centrocampista dai piedi buoni, in grado di migliorare il fraseggio e il palleggio della squadra, e a una punta da 10-12 gol in serie A che oggi, al netto della possibile partenza di Lapadula, oggettivamente manca.

“Avere un attaccante che segna molto è davvero importante. Bisogna ricordare che Piccoli, se guardiamo i suoi numeri, non ha mai fatto tanti gol. E allo stesso modo nell’arco di una stagione è cruciale il contributo, in fase realizzativa, dei centrocampisti, i cui gol sono mattoni preziosi su cui costruire la salvezza o comunque un campionato tranquillo. Per rispondere alla sua domanda, tutto dipende dall’idea di squadra che ha in mente Nicola. Il mister vuole un Cagliari che punti al dominio del gioco e che tenga il possesso della palla o, al contrario, un undici predisposto a sfruttare prevalentemente le ripartenze? Premesso che sono entrambi approcci validi, lo sfruttamento delle ripartenze era una prerogativa, tra le altre, anche dell’Inter di Antonio Conte. E potrebbe essere un’idea interessante per una compagine, come il Cagliari, che giocherà per non retrocedere. In questo caso, più che su un costruttore di gioco punterei su un attaccante capace di attaccare la profondità e su una mezzala ‘di incursione’. Chiaramente poi si può variare l’atteggiamento più volte nel corso della stagione, anche in base all’età media e alle caratteristiche fisico-atletiche dei calciatori.”

Nicola riuscirà a far “dimenticare” ai tifosi la figura, a Cagliari considerata intoccabile, del suo predecessore?

“Non sarà assolutamente facile sostituire un totem come Claudio Ranieri, che l’anno scorso secondo me ha fatto un lavoro straordinario non tanto e non solo sul piano tattico, ma soprattutto sotto l’aspetto caratteriale e motivazionale. Ha saputo tenere unita la squadra, la società e la tifoseria anche in situazioni apparentemente drammatiche. E alla fine ha conquistato la salvezza. Adesso credo che i supporter rossoblù si aspettino un campionato un tantino meno sofferto e magari più brillante, ma attenzione: sono saliti in A il Parma, squadra blasonata e piuttosto navigata nella categoria regina, e il Como, che ha fatto grandi investimenti sul mercato e certamente non intende ritornare subito in cadetteria. Aldilà di queste temibili due neopromosse restano il Venezia, l’Empoli, il Verona e il Lecce. Alla fine il lotto delle formazioni coinvolte, almeno teoricamente, nella lotta per la sopravvivenza non è poi così nutrito. Il Cagliari dovrà fare i conti con avversari tosti e ostici: ripeto, sarà determinante partire bene e mantenere lo spirito e la mentalità combattiva che deve avere un gruppo destinato a lottare fino alla fine per raggiungere il suo obiettivo.”


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