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UN MIRTO CON... MASSIMO PAGANIN

di Matteo Bordiga

Negli anni Novanta e Duemila è stato difensore elegante e affidabile - tra le altre - di Inter, Bologna, Atalanta e Sampdoria. Oggi Massimo Paganin entra con regolarità nelle case degli italiani appassionati di calcio grazie ai suoi commenti tecnici su Mediaset. Opinionista estremamente competente e preparato, Paganin dice la sua sulla lotta salvezza e sulla situazione attuale del Cagliari, riemerso dalle sabbie mobili nelle quali era impantanato fino a un paio di mesi fa.

Massimo, facciamo il punto sulla lotta per evitare la retrocessione e sulla “rinascita” del Cagliari di Ranieri, che ora sembra una squadra completamente diversa rispetto a quella che annaspava nel girone d’andata.

“La fascia delle squadre coinvolte nella bagarre salvezza è piuttosto ampia: sono tante le formazioni che, giocoforza, dovranno lottare da qui alla fine del campionato per ‘sopravvivere’ in serie A. Quanto al Cagliari, ha fatto indubbiamente enormi progressi: soprattutto nelle ultime tre partite, disputate contro avversari di prestigio, ha acquisito consapevolezza e sicurezza dal punto di vista mentale. A fare la differenza a mio parere è stata la capacità dell’ambiente e del gruppo società-squadra di rimanere compatto e granitico nei momenti più critici; altre compagini si sono disunite, mentre il Cagliari ha fatto quadrato attorno ai giocatori e all’allenatore e adesso raccoglie i frutti di questa condotta virtuosa. La stagione non è ancora terminata, ma i rossoblù in questo momento si trovano in una posizione di chiaro vantaggio rispetto alle inseguitrici.”

Dal punto di vista tecnico in cosa è consistita la svolta della stagione? La sensazione è che adesso l’undici di Ranieri “osi” qualcosa di più, giochi con un baricentro più alto e, soprattutto, porti più uomini ad attaccare l’area avversaria: banalmente il 3-5-1-1 difensivo sovente utilizzato nel girone d’andata è stato quasi accantonato, lasciando spazio a tre uomini – tra punte e trequartisti – a supporto dell’azione offensiva.

“Il Cagliari si è evoluto dal punto di vista tecnico e psicologico. Tatticamente ha provato delle soluzioni diverse, schierando delle punte di manovra molto più mobili rispetto a una punta singola che agiva da boa. Ranieri è stato bravo a trovare le soluzioni giuste per quelli che erano i vari momenti che stava vivendo la squadra.”

Le dirette concorrenti più in affanno sembrano essere, in questo frangente, l’Udinese e il Sassuolo: due team che alla vigilia del campionato non parevano destinati a sgomitare per mantenere la categoria. Invece fanno una gran fatica a trovare un’identità di gruppo e di gioco: sono le due formazioni maggiormente a rischio?

“Ad esclusione della Salernitana, che naturalmente non ha più la possibilità di salvarsi, le altre squadre hanno cambiato tanto nel corso della stagione nel tentativo di trovare la quadra: quando succede questo vuol dire che non sei sicuro, e finisci per togliere certezze in primis proprio ai giocatori. Ribadisco che il Cagliari è stato bravo e lungimirante a tenere la barra dritta e a riconfermare la fiducia a Ranieri, che poi ha fornito delle garanzie nel lungo periodo, e a tutto il gruppo. Ha optato per la via della coerenza e della continuità. Poi credo che anche il pubblico sardo abbia fatto la sua parte nel restare sempre vicino ai propri beniamini: altro aspetto molto importante.

Nella lotta per la salvezza non puoi staccare la spina neanche per mezzo secondo. Ora restano cinque partite importanti che i rossoblù dovranno affrontare con lo spirito e con la determinazione che hanno messo in mostra contro Atalanta, Inter e Juventus, in tre gare nelle quali probabilmente si sono ripresi dei punti che avevano lasciato per strada in precedenza. La missione-permanenza in serie A va completata.”


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