UN MIRTO CON... MARIO IELPO
A Cagliari ha vissuto il fiore dei suoi anni, distinguendosi come uno dei migliori portieri perlomeno degli ultimi cinquant’anni di storia rossoblù. Al Milan ha trascorso diverse stagioni, ma sempre da comprimario e scendendo in campo - a dir poco - con il contagocce.
In veste di doppio ex, Mario Ielpo prova a giocare in anticipo Milan-Cagliari di sabato prossimo. E si dice “un po’ preoccupato” per il calo di rendimento manifestato dai rossoblù nelle ultime settimane, che ha rimesso in discussione la permanenza dei sardi in serie A.
Mario, che Milan troverà il Cagliari a San Siro?
“Io credo che, purtroppo, per la squadra di Ranieri sarà una partita estremamente difficile. Qui a Milano c’è un clima di contestazione generalizzata, e proprio per questo motivo i rossoneri potrebbero voler fare una grande prestazione sabato, con l’obiettivo di mettere a tacere le critiche. Dalla cintola in su il Milan è molto forte: il Cagliari dovrà cercare a tutti i costi di fare gol e di mettere in crisi la retroguardia meneghina, altrimenti perderà sicuramente.”
Alla formazione di Pioli quest’anno è mancato soprattutto l’equilibrio: troppi i gol incassati, a fronte dei tanti segnati. Proprio sulla fragilità difensiva del Diavolo potrà far leva l’undici di Ranieri?
“Il Milan a centrocampo non ha mai trovato la quadra: in quel reparto ha degli interpreti - pochi, peraltro - che non si applicano granché in fase difensiva. Senza dimenticare che Tomori, un pilastro della retroguardia, quest’anno è stato un giocatore irriconoscibile. E che pure Thiaw è andato tutt’altro che bene: personalmente lo trovo un po’ troppo macchinoso, e inoltre - per le sue caratteristiche tecniche e fisiche - espone spesso la squadra al rischio di subire un rigore o un gol evitabile. Ha le gambe lunghissime, forse anche troppo, e questo lo porta a volte a sbagliare l’appoggio e a diventare un pericolo per i propri compagni di reparto. Aldilà dei singoli, comunque, la difesa rossonera ha peccato di superficialità e di leggerezza in più di un’occasione. Inoltre non c’è un vero leader capace di compattare il gruppo. Ed è un peccato, perché quando la squadra attacca gioca bene. Ma la coperta è corta…”
Se lei fosse in Ranieri che atteggiamento adotterebbe al Meazza? Punterebbe su una strategia di contenimento e ripartenza oppure proverebbe ad alzare il baricentro per sorprendere il Milan?
“Credo che il Cagliari debba per forza optare per un approccio prudente. Quando una squadra è tecnicamente inferiore all’altra non può permettersi di tenere in mano il pallino del gioco per novanta minuti. Tuttavia, allo stesso tempo i rossoblù dovranno pensare a come far male al Milan, perché è dal centrocampo in giù che Leao e compagni sono vulnerabili. Quindi le ripartenze dei sardi dovranno essere rapide e ficcanti, e direi anche che in alcuni momenti, a sprazzi, sarà opportuno alzare il pressing e andare a prendere i milanesi nella loro metà campo.”
Parlando di velocità nelle ripartenze, un’arma potenzialmente letale potrebbe essere rappresentata da Zito Luvumbo.
“Certamente. L’angolano farà bene a girare al largo da Tomori e da Theo Hernandez, che sono veloci come lui, puntando magari Gabbia o, sulla fascia destra, uno tra Florenzi e Calabria.”
Mario, inutile negare che il Cagliari si è complicato la vita nelle ultime settimane, sbagliando completamente la partita di Genova e facendosi successivamente imporre il pareggio in casa dal Lecce. Risposta secca: a suo giudizio alla fine la salvezza arriverà?
“Sinceramente sono un po’ preoccupato. Fino a un paio di settimane fa mi sentivo molto più tranquillo, mentre ora - alla luce della classifica - immagino che ci sarà da soffrire fino alla fine, anche per la presenza di un gran numero di scontri diretti in programma tra le formazioni pericolanti nelle ultime tre giornate. Credo però che una vittoria potrebbe anche bastare ai rossoblù per condurre la nave in porto… e in mente ho l’ultima partita, quella con la Fiorentina in casa. I viola sono una signora squadra, ma potrebbero arrivare a quell’appuntamento piuttosto scarichi e, quindi, con molte meno motivazioni del Cagliari.”