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UN MIRTO CON... MARCO SANNA: "Il Cagliari di quest'anno merita la sufficienza, non di più. La presenza di Ranieri ha portato 15 punti in più. Si poteva fare meglio? Il livello era quello di una squadra normale. Che adesso andrà rinforzata"

di Matteo Bordiga

Cuore pulsante e “tamburino sardo” del centrocampo del Cagliari negli anni Novanta, Marco Sanna da Sassari univa una tigna fuori dal comune a una straordinaria scelta di tempo nei tackle. Il tutto combinato con una discreta tecnica di base. Ha trovato largo spazio in prima squadra praticamente con tutti gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina rossoblù in quegli anni, da Mazzone a Bruno Giorgi, da Tabarez a Trapattoni.  

Oggi è il tecnico della primavera della Torres, ma segue sempre con passione e partecipazione le vicende del Cagliari.

Marco, che voto assegna alla stagione appena conclusa dalla banda-Ranieri? La salvezza è arrivata, anche se dopo notevoli peripezie e sofferenze…

“Direi che il Cagliari ha meritato la sufficienza, non di più. Anche perché, nel corso del campionato, ha lasciato davvero tanti punti per strada. La fortuna è stata quella di avere in panchina uno come Ranieri, che ha un feeling tutto suo con il pubblico. E proprio il pubblico, questo lo posso garantire, ha dato una mano d’aiuto fondamentale alla squadra. In certe situazioni senza il sostegno incondizionato dei tifosi non so sinceramente come sarebbe finita… E la gente ha trascinato il Cagliari soprattutto grazie alla presenza di Ranieri, che ha una straordinaria capacità di empatizzare con l’ambiente. Secondo me il mister romano, quest’anno, ha portato 15 punti in più a Nandez e compagni.”

I rossoblù non sempre – anzi, raramente – hanno convinto sul piano del gioco. Spesso hanno approcciato le partite con fin troppa prudenza, puntando esclusivamente sul contenimento e sul contropiede, e hanno puntualmente finito per pagare dazio. A suo parere, considerando le caratteristiche dei calciatori che componevano l’organico, c’era la possibilità di “osare” un po’ di più o questo atteggiamento conservativo era l’unico che poteva consentire di strappare dei risultati positivi?

“Mah, partiamo dal presupposto che la squadra, da un punto di vista tecnico, era assolutamente normale. Ecco, sì, diciamo normale. Tutti lo sapevano, era palese fin dall’inizio del campionato. Per cui il livello di gioco espresso corrispondeva a quello dei giocatori che scendevano in campo. Non si poteva fare molto di più, anche se ribadisco che tanti punti sono stati persi – e pure banalmente – per strada in diverse occasioni. Ma il livello, fondamentalmente, era quello. Non scherziamo.”

Ora è tempo di pensare al futuro. Tanti sono gli allenatori attualmente accostati alla panchina cagliaritana. Che squadra dovremo aspettarci l’anno prossimo, premesso che i tifosi hanno chiesto a gran voce alla proprietà un campionato meno travagliato e con qualche soddisfazione in più?

“Mi sembra perfettamente normale che la gente si aspetti dalla squadra qualcosa in più. D’altro canto negli ultimi anni il Cagliari ha solo ed esclusivamente lottato per non retrocedere. Una cosa è certa: il nuovo tecnico dovrà avere davvero una marcia in più sotto il profilo caratteriale e dell’empatia con i giocatori e con l’ambiente. Le caratteristiche di mister Ranieri, del resto, non le ha nessuno. E ripetere quello che ha fatto lui sarà quasi impossibile: è complicato far rendere i calciatori al cento per centro – e oltre – delle loro possibilità come sa fare il mister di Testaccio. Ecco perché il nuovo arrivato dovrà avere delle prerogative particolari. Dovrà avere il ‘tocco magico’. Altrimenti con questa squadra sarà dura raggiungere gli obiettivi stagionali. Fermo restando che, a parer mio, la rosa deve assolutamente essere arricchita e rinforzata.”

Marco, qual è il suo bilancio personale dopo questa stagione alla guida della primavera della Torres?

“Il bilancio è estremamente positivo. Stiamo già programmando il prossimo campionato, perché qualche giocatore inevitabilmente andrà via. Siamo arrivati secondi e poi ai playoff siamo usciti, ma il rendimento dei ragazzi è stato ottimo e, personalmente, sono molto soddisfatto. Ora dobbiamo andare avanti sulla strada che abbiamo tracciato: del resto erano anni che la Torres non disputava il campionato primavera. Quindi chi ben comincia…”


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