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UN MIRTO CON... JEDA: "Cagliari, mancano un trequartista di qualità e un altro centrale di difesa. Il reparto arretrato è quello che l'anno scorso è andato maggiormente in affanno. Gaetano sarebbe l'innesto ideale in mezzo al campo"

di Matteo Bordiga

Con lui in campo il Cagliari ha scritto alcune delle pagine più spettacolari – e divertenti – della sua storia recente. Finalizzatore, seconda punta o trequartista, l’estroso brasiliano Jeda svariava su tutto il fronte dell’attacco e non dava mai punti di riferimento ai difensori avversari. Attaccante tecnico, imprevedibile e fortissimo in elevazione – nonostante la sua statura modesta – ha contribuito ad alimentare i sogni europei del Cagliari di Max Allegri di fine anni Duemila.

Ancora innamorato del Cagliari e della Sardegna, oggi il brasiliano azzarda una valutazione complessiva del mercato fin qui condotto dalla società sarda, indicandone punti di forza ed eventuali “buchi” o lacune.

Jeda, tra meno di due settimane inizia una nuova stagione di serie A. Come ha operato finora il Cagliari sul mercato?

“Intanto il mio auspicio è quello che la società possa costruire una squadra equilibrata, in grado di disputare un campionato meno sofferto rispetto a quello precedente. Parlando di mercato, credo che a centrocampo manchi ancora qualcosa. In difesa è arrivato Luperto, un uomo d’esperienza e senza dubbio un ottimo acquisto, ma a mio avviso anche lì c’è bisogno di un altro centrale. Certo, se Mina dovesse rimanere sarebbe un grande valore aggiunto dal punto di vista tecnico e del carisma. Ma il reparto arretrato, alla luce dei problemi che ha manifestato nella scorsa serie A, è quello che va tenuto maggiormente d’occhio.”

Riguardo il tassello mancante in mezzo al campo, lei si riferiva a un elemento di qualità? Glielo chiedo perché il Cagliari ha già un discreto numero di centrocampisti prevalentemente di quantità…

“Assolutamente. Parlavo di un centrocampista abile con i piedi e in grado di far girare bene il pallone. In tal senso, l’anno scorso mi ha colpito Gaetano: giocatore davvero interessante e prezioso per la squadra, a dispetto della sua giovane età. Se tornasse a Cagliari sarebbe un ottimo innesto. Se non dovesse arrivare lui, servirebbe senz’altro un collante di qualità tra centrocampo e attacco. La serie A negli ultimi anni è diventata più difficile e complicata. Sento parlare sempre più di corsa, atletismo, fisicità, resistenza. Ma, come ha detto recentemente lo stesso Antonio Conte, senza la tecnica e la qualità non si va da nessuna parte. In certi momenti delle partite sono i piedi buoni e i numeri di alta scuola che ti fanno portare i tre punti a casa.

In definitiva, con due-tre ritocchi di spessore e di categoria il Cagliari quest’anno potrà dire la sua in una serie A che, con l’avvento di Como e Parma, soprattutto nelle retrovie si presenta più imprevedibile rispetto agli ultimi anni. Sarà importante partire bene e prestare la massima attenzione fin dall’inizio. Ad ogni modo, la dirigenza rossoblù avrà tempo fino a fine agosto per puntellare la rosa con gli innesti giusti e chirurgici, reparto per reparto. Del resto mi sembra che siano ancora poche le formazioni di A che hanno realmente completato, ai primi di agosto, l’allestimento della propria rosa.”

Lei è stato un attaccante prolifico e fantasioso. A suo avviso il reparto avanzato del Cagliari è competitivo così com’è o necessita anch’esso di almeno un rinforzo? Si è parlato soprattutto di una prima punta capace di andare in doppia cifra…

“A me sembra che in attacco il Cagliari sia abbastanza ben assortito. Ma bisognerà capire come vorrà giocare Nicola: se il modulo prescelto sarà quello col trequartista dietro alle due punte, io credo che di attaccanti ce ne siano già abbastanza. Punterei piuttosto su un fantasista di buon livello che possa ispirare le due bocche da fuoco. Tra l’altro se si decidesse invece di giocare con un solo attaccante vero e proprio, ad esempio utilizzando il modulo con le due mezzepunte e il centravanti o il classico 4-3-3, avere troppe punte in organico rappresenterebbe un problema, perché diversi elementi dello stesso reparto sarebbero costretti a sedersi in panchina e si moltiplicherebbero i malumori. Quindi ripeto: prima di tutto occorre stabilire quale sistema di gioco adottare, per poi andare a pescare sul mercato gli elementi funzionali al progetto tattico prescelto.”


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