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UN MIRTO CON... IVO PULGA: "Cagliari, la svolta è stata il 4-3 col Frosinone: da quella partita è scattato qualcosa. Nicola è bravissimo quando subentra in corso d'opera: a Cagliari lo vedremo in una nuova veste. Rinforzerei in primis la difesa"

di Matteo Bordiga

Ivo Pulga, a Cagliari, è di casa. Sei stagioni in rossoblù con le scarpette chiodate ai piedi non si dimenticano facilmente. Tanto più se sono state seguite, molti anni dopo, da due differenti – e comunque sempre positive – avventure sulla panchina della formazione isolana in veste di allenatore.

Sempre attento osservatore di tutto ciò che accade in riva al Poetto, l’ex centrocampista e tecnico emiliano tira le somme dell’annata conclusasi un mese fa con la salvezza giunta in quel di Reggio Emilia, contro il Sassuolo, alla penultima giornata.

Ivo, come archivia la - tormentata - stagione del ritorno in serie A del Cagliari sotto la guida di Claudio Ranieri? Il bilancio, in definitiva, è negativo o positivo?

“Direi sicuramente positivo. Alla fine l’obiettivo, seppur con grandissima fatica, è stato raggiunto. Ottenere la salvezza subito dopo essere tornati in serie A da quinti classificati in B è stato un mezzo miracolo. Il girone d’andata è stato deficitario, mentre nella seconda parte del campionato alcune cose sono state sistemate grazie al mercato di gennaio. E per fortuna c’è stato il lieto fine.”

Secondo lei, aldilà delle paventate dimissioni di Claudio Ranieri che hanno sortito l’effetto di scuotere l’ambiente, cosa ha fatto veramente svoltare la stagione del Cagliari?

“Io resto convinto che la svolta sia coincisa con la rimonta interna contro il Frosinone da 0-3 a 4-3. Lì è scattato qualcosa nel gruppo. Tra l’altro proprio in quella circostanza avevo dichiarato che i ciociari, a fine stagione, sarebbero retrocessi.”

Beh, ci ha preso al cento per cento…

“Del resto una compagine che lotta per la salvezza, sta vincendo 3-0 a venti minuti dal termine e spiana la strada della rimonta agli avversari facendo tiki-taka dentro la propria area è inesorabilmente destinata a finire in serie B. Per quanto, magari, esteticamente sfoggi anche un bel calcio. Quando butti via punti così pesanti, alla lunga la paghi. Per contro, proprio da quella famosa gara il Cagliari è ripartito e, progressivamente, ha cambiato marcia.”

Un suo parere su Davide Nicola, promesso sposo ai sardi per la stagione ventura. Spesso viene dipinto come un allenatore estremamente pragmatico, ma il suo Empoli – ad esempio – non giocava affatto male…

“Lui è un tecnico indubbiamente molto bravo a subentrare. Quando è entrato in scena a stagione in corso ha sempre centrato, con più o meno difficoltà, gli obiettivi prefissati. Al contrario, prendendo le redini della squadra fin da inizio campionato ha alternato annate buone ad altre meno buone. Per raggiungere la salvezza è senz’altro tra i migliori allenatori sulla piazza. In ogni caso, se ha accettato di venire a Cagliari vuol dire che ha ricevuto dalla società precise garanzie sul rafforzamento dell’organico attuale.”

A questo proposito, secondo lei in quali reparti la formazione isolana ha bisogno di nuovi innesti per migliorare le proprie prestazioni?

“Un po’ tutti i reparti vanno potenziati. Ma io partirei innanzitutto dalla retroguardia: il Cagliari di Ranieri ha preso una caterva di reti evitabili. Se vuoi salvarti non puoi permetterti di incassare tutti quei gol.”

Sembra molto vicina la cessione - piuttosto inaspettata - di Alberto Dossena, uno degli uomini migliori del reparto arretrato. Al suo posto potrebbe arrivare Luperto, vecchia conoscenza di Davide Nicola.

“Credo che l’obiettivo sia quello di fare cassa con Dossena; Luperto poi è un giocatore esperto, che Nicola conosce bene. Sicuramente il nuovo tecnico, come suo solito, adotterà una difesa a tre. E sono convinto che inciderà molto sulle scelte di mercato della società: le decisioni principali le faranno prendere a lui, in modo che possa forgiare la rosa con la quale partire nel corso della preparazione estiva.”


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