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Un mirto con... Giovanni Roccotelli: "Sabato col Cagliari il Toro è favorito: i granata sono più strutturati fisicamente e sfruttano al meglio le palle inattive. Ma io spero in un pareggio: sono molto legato a entrambe le squadre"

di Matteo Bordiga

Giovanni Roccotelli, ex ala destra con un passato sia tra le fila del Torino che con la maglia del Cagliari, ai microfoni di Tuttocagliari.net presenta la sfida di sabato, prevista allo Stadio Olimpico Grande Torino, tra granata e rossoblù.

Giovanni, da doppio ex come vivrà la gara di sabato prossimo?

“Intanto dico che sarà una partita delicata soprattutto per il Cagliari. Anche se i sardi, nonostante il pareggio interno contro il Pisa - dovuto più che altro a qualche disattenzione di troppo - stanno giocando piuttosto bene. Pure il Torino però, dopo una serie di risultati negativi, ultimamente si è ripreso. Secondo me i granata sono favoriti, ma ricordiamoci che spesso questo sport riserva delle sorprese. Io personalmente spero in un pareggio, perché ho entrambe le squadre nel cuore. Vivo a Cagliari, ma al Toro sono di casa.”

Secondo lei quale sarà la chiave tattica del match? Dove si deciderà la partita?

“L’episodio risolutivo potrebbe essere un calcio da fermo: una punizione o un corner. Oppure una giocata personale di qualche singolo. Il Cagliari ha una bella difesa, tutt’altro che facile da scardinare. Poi fuori casa Yerry Mina e compagni si comportano molto bene. Ma occhio ai granata, che fisicamente sono più strutturati e proprio sulle azioni scaturite da palla inattiva possono rendersi molto pericolosi.”

Capitolo mercato: se lei fosse il DS Guido Angelozzi dove interverrebbe prioritariamente a gennaio per puntellare la rosa rossoblù?

“Sicuramente partirei dall’attacco: serve innanzitutto una bella punta centrale. Poi mi concentrerei sul centrocampo e prenderei un mediano di alto livello: un interditore che però sia dotato anche di piedi educati e che sappia impostare e rilanciare l’azione. Un profilo alla Barella o alla Frattesi. A me piaceva molto Marko Rog, che però probabilmente non si è mai del tutto ripreso a livello fisico. In più come regista Matteo Prati non mi dispiace, però mi sembra un po’ leggerino e, forse, un tantino inesperto.”


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