UN MIRTO CON... GIACOMO BANCHELLI
Lui era un bomber di quelli veri. Di quelli che dalla propria carriera calcistica hanno ricevuto meno di quanto avrebbero meritato.
Ha girovagato per la provincia italiana mantenendo sempre la sua principale prerogativa: quella di fare gol. Attaccante agile, tecnico e rapace d’area di rigore, Giacomo Banchelli ha totalizzato dieci presenze e cinque reti anche con la maglia del Cagliari tra la disgraziata stagione 1996-’97 - culminata nella bruciante retrocessione maturata a Napoli contro il Piacenza - e l’inizio del torneo di serie B 1997-’98.
Giacomo, come vede il Cagliari da qui alla fine campionato? La salvezza sembra potenzialmente a portata di mano…
“Gli ultimi risultati sono stati sorprendenti. Era difficile pensare di fare punti con Atalanta, Inter e Juventus, invece sono arrivati una vittoria e due pareggi. Poi la sconfitta contro il Genoa ci poteva pure stare: il Grifone era già salvo, quindi ha giocato a mente libera e con maggiore tranquillità. Ora testa e focus sulla sfida col Lecce: se il Cagliari domenica dovesse vincere sarebbe decisamente a buon punto. Ma attenzione ai pugliesi, che a loro volta dovranno far risultato perché poi, fino a fine maggio, avranno un calendario tutt’altro che agevole. Per questo motivo dico che all’Unipol Domus per Nandez e compagni sarà fondamentale ottenere qualcosa: il massimo sarebbe una vittoria, ma anche il pareggio non sarebbe da disprezzare. L’importante sarà non perdere.”
Il Lecce è una formazione solida che gioca un buon calcio, propositivo e aggressivo, anche in trasferta. Che difficoltà, anche di carattere tattico, può presentare al Cagliari la sfida di domenica mattina?
“Non credo ci saranno particolari difficoltà tattiche. Direi che il Lecce scenderà in campo con maggiore tranquillità e con meno ansia, dal momento che si trova in una posizione di classifica più comoda rispetto al Cagliari. Gli uomini di Gotti sanno perfettamente che i rossoblù cercheranno in tutte le maniere di portare a casa i tre punti, e quindi giocheranno senz’altro in contropiede. Me li aspetto concentratissimi e sul pezzo, oltre che consapevoli di avere a disposizione due risultati su tre: con un pareggio il Lecce sarebbe praticamente salvo.”
Giacomo, lei è stato un attaccante temibilissimo in area di rigore. C’è una punta nel Cagliari attuale che apprezza particolarmente e che considera potenzialmente decisiva nel rush finale di questa stagione?
“Nelle gare che ho visto io mi ha impressionato Luvumbo. Quando è in condizione è veramente un elemento che può fare la differenza, coi suoi strappi e le sue accelerazioni. Nonostante sia un po’, come diciamo noi, ‘casinista’: a volte va più veloce della palla. Però ha il dono dell’imprevedibilità, e poi quando parte in profondità non lo prendi più. Io credo che l’angolano e Oristanio potranno essere determinanti in queste ultime quattro partite.”
Tra l’altro qualcuno ha recentemente paragonato proprio Zito Luvumbo, per via della sua esplosività e anche della sua proverbiale precipitazione sotto porta, a Dario Silva, un attaccante che lei ha avuto modo di conoscere bene…
“Dario Silva era un po’ più centravanti, mentre Luvumbo lo vedo come una seconda punta o come un esterno a tutta fascia. Dario, proprio come l’angolano, dava sempre il cento per cento in ogni partita e correva tantissimo. Era un po’ scoordinato, ma tecnicamente credo fosse superiore a Luvumbo, che invece è molto più veloce sull’allungo: se ti prende un metro non lo acchiappi più. Inoltre Dario, a dimostrazione della sua natura di centravanti, era forte anche di testa. Insomma, i due un po’ si assomigliano, ma con i dovuti distinguo.”