UN MIRTO CON... FRANCO COLOMBA
Prima calciatore di ottimo livello, affermatosi soprattutto con le maglie di Bologna e Avellino, e poi allenatore itinerante, che ha vissuto tantissime esperienze – fino al 2016 – sulle panchine di varie squadre di serie A e B.
I maggiori successi da tecnico li ha ottenuti forse alla Reggina, a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. A Cagliari, invece, Franco Colomba non ha proprio avuto fortuna: ingaggiato a dicembre del 2006, è stato esonerato dal presidente Cellino poco più di due mesi dopo. Una toccata e fuga che ha certamente lasciato l’amaro in bocca al mister di Grosseto, il quale tuttavia serba ancora un ottimo ricordo della città e della gente isolana.
Franco, come vede questo nuovo Cagliari tornato in serie A dopo un solo anno di purgatorio?
“Intanto c’è una garanzia assoluta data dalla presenza di un tecnico esperto e di primissimo piano in panchina, che conosce il gruppo e sa gestirlo al meglio. Mi sento di dire che il Cagliari sarà protagonista di un campionato all’altezza delle aspettative, che sono quelle ovviamente di ottenere il prima possibile la salvezza.”
La società sta freneticamente cercando di completare l’organico con l’acquisto di un ulteriore attaccante. A suo avviso, per quello che si è visto finora serve più una prima punta di peso in sostituzione dell’infortunato Lapadula o una seconda punta di movimento da sfruttare nelle azioni di contropiede e di rimessa?
“Il Cagliari giocherà molte delle sue gare in ripartenza: questo fa parte del DNA di questa squadra, come è logico che sia per una formazione che lotta per salvarsi. Certo, poi nei match casalinghi l’innesto di un centravanti di peso come Pavoletti ha spesso tolto le castagne dal fuoco, ma in linea di massima la velocità e la capacità di attaccare gli spazi in profondità dietro le linee difensive sono delle armi importanti per un team che punta a mantenere la categoria.”
Per lei quale potrebbe essere il calciatore-rivelazione nel Cagliari di quest’anno?
“Luvumbo ha già risolto qualche partita importante e, secondo me, con un anno in più di affiatamento con i compagni e di conoscenza del calcio italiano potrà senz’altro dire la sua. È molto dinamico, aggredisce gli spazi. Insomma, ha caratteristiche importanti. Il paragone con Suazo? L’honduregno sotto il profilo della velocità pura in progressione era inarrivabile. Magari però Luvumbo ha migliori potenzialità tecniche, che potrà affinare nel prosieguo della sua carriera.”
La formazione rossoblù potrebbe avere le carte in regola per ambire a un piazzamento superiore a quello immediatamente a ridosso della zona retrocessione?
“Non voglio sminuire le qualità della squadra, ma credo che l’obiettivo debba essere proprio quello di salvarsi lottando. Anche perché ogni anno si verificano sorprese, situazioni nuove e impreviste. Non c’è mai la certezza di poter recitare un ruolo da protagonista e ambire a posizioni davvero importanti. Prima si faranno i punti necessari per mettersi al riparo e poi, semmai, si vedrà.”
Franco, cosa ricorda della sua esperienza-lampo sulla panchina del Cagliari? Cosa le è rimasto di quei due mesi e poco più vissuti da allenatore dei rossoblù?
“Mi è rimasto un bel ricordo della città, molto calorosa e sempre pronta a incitare e sostenere la squadra. Il ricordo negativo è legato al periodo brevissimo che ho avuto a disposizione per provare a incidere e a lasciare il segno: in poche settimane non puoi fare praticamente nulla. Quando me ne sono andato il Cagliari era in lotta per non retrocedere. Alla fine si è salvato all’ultima giornata. Questo dimostra che non c’era realisticamente la possibilità di fare qualcosa di più. Mi è dispiaciuto non poter proseguire il mio lavoro in una città come quella sarda.
Anche Ranieri l’anno scorso ha avuto un momento di difficoltà, e la società gli è stata vicina. Se si ha fiducia in un allenatore lo si deve dimostrare non con le chiacchiere, ma con i fatti. E sono contento per quello che alla fine è riuscito a fare Claudio: un allenatore che merita il rispetto e la considerazione di tutti.”