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UN MIRTO CON... FABRIZIO PROVITALI: "Io, romano e romanista, domenica sera ero un po' combattuto. Ma il Cagliari mi ha favorevolmente impressionato: squadra dinamica e tenace, ha fatto qualcosa in più della Roma"

di Matteo Bordiga

Da romano e romanista, quella tra il Cagliari e i giallorossi è per lui la “partita del cuore”.

Grande protagonista alla fine degli anni Ottanta con la maglia rossoblù – sotto la guida sapiente di un tanto imberbe quanto precoce Claudio Ranieri – Fabrizio “Bibi” Provitali confessa che domenica sera era “un po’ combattuto”. Da una parte la squadra della sua città, delle sue origini: il sangue del suo sangue. Dall’altra la compagine che gli ha regalato le più vivide e intense emozioni della sua carriera, col celeberrimo “doppio salto” – vissuto in Sardegna – dalla serie C alla serie A.

Fabrizio, che sensazioni le ha lasciato Cagliari-Roma?

“Sotto il profilo del ritmo e dell’intensità ho preferito il Cagliari. Soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa entrambe le squadre hanno avuto occasioni per far male. Naturalmente parliamo di campionato ma anche di calcio d’agosto: in questo periodo i meccanismi di gioco sono ancora da oliare e da perfezionare. E anche i carichi di preparazione incidono. Ad ogni modo, nell’arco dei novanta minuti dico che è andato leggermente meglio il Cagliari.”

La squadra isolana, finché ha avuto benzina in corpo, ha pressato e accorciato in avanti senza paura: un piccolo salto di qualità mentale rispetto all’anno scorso?

“Secondo me è ancora troppo presto per dirlo: era la prima partita della stagione, per giunta davanti ai tifosi di casa, con tutto l’entusiasmo che ne conseguiva. Certamente il nuovo allenatore avrà dato a tutto l’ambiente nuovi input e nuove idee. Se dovessimo rivedere un Cagliari come quello di domenica anche nelle prossime partite, allora credo che i sardi riusciranno a ottenere l’obiettivo prefissato: una salvezza anticipata, per poi eventualmente migliorare il piazzamento dell’ultimo campionato.”

A livello individuale c’è stato qualche rossoblù che l’ha convinta maggiormente contro la Roma?

“In linea generale li ho visti tutti bene. Poi io sono un tifoso giallorosso, quindi domenica sera ero un po’ combattuto… Però il Cagliari mi è sembrato in palla. Aveva la voglia e la gamba giusta per provare a vincere la partita. Nel corso del primo tempo, poi, a tratti è stato quasi padrone del campo: andava a pressare alto e si rendeva assai più pericoloso della Roma. Insomma, quello di Pavoletti e compagni è stato un avvio di stagione decisamente benaugurante.”

Fabrizio, da ex attaccante le chiedo se il reparto offensivo è competitivo così com’è oppure se, al contrario, andrebbe rafforzato con una punta in più che garantisca gol pesanti soprattutto in certe partite…

“Credo che a pochi giorni dalla chiusura del mercato sia complicato trovare una punta con queste caratteristiche, ovvero un rapace d’area di rigore. Il reparto avanzato del Cagliari non è male: da Pavoletti, che può dare un contributo importante in termini di esperienza e riesce ancora, in certi momenti, a essere decisivo, a Piccoli, che qualche gol quest’anno lo farà. E confido anche in Luvumbo, che ha dinamismo, velocità e voglia di spaccare il mondo. Se solo l’angolano fosse un po’ più cinico nel concretizzare l’enorme mole di occasioni che crea… Lui quando sta bene è un elemento importante, sia per i propri compagni che per sé stesso: l’anno scorso tante volte ha messo in crisi le difese avversarie e ha creato i presupposti per segnare o per mandare in gol qualcun altro.

Certo, se dovesse arrivare una punta in più con un certo numero di gol nelle gambe sarebbe ancora meglio per il Cagliari.”


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