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UN MIRTO CON... DANIELE GOLETTI: "Il Cagliari ha vissuto un avvio di campionato altalenante: ha alternato buone prestazioni a gare poco convincenti. In attacco manca un elemento di qualità superiore in grado di andare in doppia cifra"

di Matteo Bordiga

Daniele Goletti, dal 1979 al 1985 portiere del Cagliari (tra l’altro con una media-reti subite a dir poco invidiabile: incassò solo 24 gol in 40 partite), fotografa il particolare momento vissuto dalla formazione rossoblù allenata da Davide Nicola dopo le due positive trasferte di Parma e di Torino contro la Juventus.

Daniele, come definirebbe l’avvio di campionato del nuovo Cagliari?

“Altalenante. La squadra ha alternato buone prestazioni ad altre gare molto meno convincenti. Ma ultimamente il punto ottenuto allo Stadium con la Juve ha detto che i rossoblù, se vogliono, hanno le potenzialità per giocarsela con qualunque avversario.”

Al netto di un primo tempo complicato, ma condotto cercando sempre di ribattere alle iniziative juventine, forse il merito principale del Cagliari a Torino è stato quello di essere rimasto in partita fino all’ultimo secondo.

“Certo. Tenere lo 0-1 fino alla fine per poi tentare la rimonta negli ultimi minuti è stata la tattica vincente. Il minimo vantaggio, del resto, nel calcio non garantisce assolutamente nulla. Bravo il Cagliari a impedire alla Juve di chiudere la partita e poi a pareggiare col calcio di rigore. Del resto anche nella gara d’esordio con la Roma i ragazzi di Nicola si erano ben disimpegnati; poi però erano andati incontro a un paio di partite in cui non erano riusciti a esprimersi. Tuttavia Nicola è un mister, come si suol dire, da battaglia: gli piacciono le missioni impossibili. Ma è anche vero che la serie A richiede a ogni squadra di annoverare nella propria rosa almeno un paio di giocatori estremamente bravi, di qualità superiore. Ecco, questi giocatori oggi come oggi il Cagliari non li ha. Soprattutto in alcune zone nevralgiche del campo.”

Dove occorre allora intervenire, magari nel mercato di riparazione di gennaio, per colmare le lacune presenti nell’organico rossoblù?

“Secondo me centrocampo e attacco sono i due reparti in cui servirebbero degli innesti di maggior spessore tecnico. In particolare nel pacchetto offensivo il Cagliari dispone di buoni giocatori che, tuttavia, difficilmente andranno in doppia cifra in serie A. Attenzione, stiamo parlando di attaccanti che lavorano per la squadra e combinano bene con i compagni: quella sarda, del resto, è una compagine che corre e lotta per tutti i novanta minuti. Ma ripeto: a mio parere manca qualità.”

Come inquadra il prossimo impegno di Luperto e compagni, ossia la sfida interna al Torino di Vanoli?

“Il Toro ha iniziato molto bene la stagione, e fino a un paio di giornate fa orbitava nei quartieri altissimi della classifica. Si tratta di un avversario insidioso e da tenere d’occhio, anche perché la serie A non è come la serie B, dove ci sono tante squadre alla tua portata e con le quali te la puoi giocare alla pari. In A molte formazioni sono di un livello un po’ superiore a quello del Cagliari. E il Torino, al momento, è una di quelle.”


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