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UN MIRTO CON... ATTILIO TESSER: "Nicola non 'funziona' solo a stagione in corso. Ha grandi qualità, e dopo l'exploit con l'Empoli arriverà a Cagliari bello carico. Centrocampo da rinforzare? In realtà non mancano i mediani di qualità e quantità"

di Matteo Bordiga

Ha allenato – tra le tante altre squadre – anche il Cagliari, ma solo per la prima partita di campionato. Una “toccata e fuga” bachiana. Nel 2005 gli fu fatale la sconfitta di misura patita in quel di Siena, che convinse l’allora presidente Massimo Cellino a esonerarlo, tra lo stupore generale, dopo appena novanta minuti trascorsi sulla panchina rossoblù.  

Poco male: Attilio Tesser, a ben vedere, la sua brava carriera se l’è costruita altrove. Ma non serba rancore nei confronti della piazza cagliaritana. Anzi, tutt’altro. Segue ancora con interesse le sorti della compagine isolana coi quattro mori sul petto.

Attilio, che considerazioni si possono fare in merito alla lotta salvezza di quest’anno in serie A, che si è risolta definitivamente proprio all’ultimo minuto dell’ultima giornata?

“Difficile dare un giudizio definitivo in merito. Come ha detto lei, è stata una lotta serrata fino alla fine: bisogna fare i complimenti a chi ha fatto un punto in più degli altri. Per il resto, credo che il campo non menta quasi mai. Può verificarsi qualche episodio spiacevole o inatteso: il Frosinone aveva disputato un girone d’andata eccellente, ma se poi è andato giù e non ha fatto i punti necessari per salvarsi occorre prendere atto del verdetto del rettangolo di gioco. Io non parlo mai di meriti e di demeriti: osservo, con sano realismo, ciò che concretamente accade.”

Il Cagliari è stato protagonista di una significativa rimonta nel girone di ritorno. E ha iniziato a ottenere risultati nel momento in cui Ranieri ha alzato il baricentro della squadra, schierando più uomini offensivi e spingendo i suoi ragazzi a “osare” maggiormente fin dal primo minuto. Morale della favola: anche per salvarsi lo spirito propositivo è diventato imprescindibile?

“Si può anche fare questa considerazione, ma credo che non basti a spiegare una salvezza o una retrocessione. Ad esempio il Frosinone, che era una compagine coraggiosa e a trazione anteriore, alla fine è sprofondato in serie B. Io personalmente non credo che ci siano squadre che non vogliono praticare un bel calcio e che non vogliono scendere in campo con un approccio propositivo. Tutti ambiscono ad essere performanti e organizzati in entrambe le fasi di gioco. Va anche detto poi che non tutte le partite da affrontare nell’arco di un campionato sono uguali.

Senza dubbio essere offensivi è un bene, questo lo dico anch’io. Accresce le possibilità di stazionare a lungo nella metà campo avversaria e, di conseguenza, di fare gol. Che poi questa attitudine automaticamente massimizzi le chance di raggiungere un determinato obiettivo non è scontato. Anzi, sarebbe riduttivo affermarlo.”

Il futuro prossimo del Cagliari dovrebbe chiamarsi Davide Nicola. Il tecnico piemontese, si dice, rende al meglio quando subentra a stagione in corso. Si tratta della solita etichetta giornalistica o c’è qualcosa di vero?

“Magari i numeri, per una concatenazione di eventi casuali, possono aver suggerito questo. Ma le cose non stanno così: un allenatore o è bravo o non lo è. O sa entrare in sintonia con la squadra o, al contrario, fa fatica a comunicare con i propri giocatori. Nicola ha ampiamente dimostrato in questi anni di avere delle qualità importanti. Ha esperienza e competenza. Andrà a sostituire un monumento del calcio, un signore con la “S” maiuscola come Claudio Ranieri. Arriverà in Sardegna bello carico, dopo una salvezza che a Empoli equivale alla vittoria di un campionato. Il Cagliari a sua volta è una buona squadra, quindi personalmente vedo un bel connubio tra un mister come Nicola e la formazione isolana.”

È parere diffuso che il Cagliari abbia qualcosa da migliorare soprattutto in mezzo al campo, dove quest’anno è mancata un po’ di qualità soprattutto in fase di costruzione del gioco.

“Beh, se quest’anno fino alla penultima giornata la squadra rischiava la retrocessione è chiaro che è legittimo provare a rinforzare l’organico per ottenere, nella prossima stagione, dei risultati migliori. Comunque il Cagliari ha una rosa ampia. Si fa un gran parlare della necessità di dare fiducia ai giovani: ecco, secondo me proprio Prati, un centrocampista in grado di dettare i tempi della manovra, si è disimpegnato molto bene nel corso del campionato. Oltre a lui ci sono altri interpreti di qualità – così come non mancano i giocatori di quantità – nel centrocampo rossoblù. Ripeto, il Cagliari è nel complesso una buona compagine. Ovviamente l’innesto di qualche elemento di maggior spessore tecnico non potrà che rendere la rosa ancora più competitiva. Starà a Nicola dare l’indicazione di quei due o tre rinforzi – magari uno per reparto – in grado di migliorare performance e risultati nel prossimo torneo di serie A.”


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