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UN MIRTO CON... ANGELES PAREJO: "Mi sembra strano pensare al Cagliari senza Ranieri: lui è un tecnico straordinario, che mi sarebbe piaciuto avere quando giocavo. Ora per alzare l'asticella servono investimenti sul mercato in tutti i reparti"

di Matteo Bordiga

Angeles Parejo, leggenda vivente della Torres femminile (con la cui casacca conta quasi tante presenze quanti gol segnati in serie A), si rammarica per l’addio al Cagliari di Claudio Ranieri, convinta com’è che sarà difficilissimo trovare un tecnico in grado di sostituire degnamente il mister di Testaccio sulla panchina rossoblù.

Angeles, il Cagliari ha certificato la sua permanenza in serie A alla penultima giornata vincendo in casa del Sassuolo. Lei come ha vissuto il campionato dei sardi, perennemente sospeso tra condanna e salvezza?

“Dopo il grande sospiro di sollievo per il raggiungimento dell’obiettivo, adesso la cattiva notizia è che Ranieri lascia la panchina isolana. Sir Claudio ha dimostrato ancora una volta di essere un grande allenatore: per me è stato uno dei migliori in assoluto transitati da Cagliari da parecchio tempo a questa parte. La squadra ha sofferto lungo l’arco della stagione, ha sofferto tanto. E, me lo lasci dire, non so se con un altro tecnico alla guida avrebbe raggiunto la salvezza. Sinceramente temo proprio di no. Ranieri ha creato un rapporto simbiotico con il gruppo dei calciatori ma soprattutto con la città e con i tifosi, trasmettendo a tutto l’ambiente la sua carica e la sua energia positiva.

Alla fine è arrivata la permanenza in A, e il merito è stato in buona parte del mister. Attenzione, non sto dicendo che la squadra fosse poi così malvagia, ma a queste compagini di provincia servono come il pane tecnici, per l’appunto, alla Claudio Ranieri.”

Il pubblico ha chiesto a gran voce alla dirigenza di alzare l’asticella, costruendo un Cagliari almeno da metà classifica. Secondo lei è un’impresa possibile o anche l’anno prossimo la salvezza sarà il vero obiettivo?

“Allora, intanto ribadisco che a me fa strano – e stona anche parecchio – pensare al Cagliari senza Ranieri. Lui è il classico allenatore che avrei tanto voluto avere anch’io quando giocavo a calcio. A parte la sua mitezza e il suo spessore umano, è un professionista estremamente aggiornato e preparato.

Il prossimo anno, se la rosa rimarrà più o meno quella attuale, i sardi dovranno nuovamente sudare le proverbiali sette camicie per acciuffare la salvezza. Per fare un piccolo salto di qualità è indispensabile qualche acquisto ‘pesante’: penso ad almeno due difensori di esperienza, visto che il reparto arretrato è stato uno dei peggiori dell’ultima serie A, ma anche a un centrocampista completo e a un attaccante in grado di garantire un certo numero di reti.”

C’è stato quest’anno un giocatore del Cagliari che l’ha particolarmente impressionata?

“Zito Luvumbo mi è piaciuto in più occasioni, ma anche Pavoletti – quando ha giocato – mi ha fatto una buona impressione. Poi cito il portiere, Scuffet, che mi sembra davvero niente male.”


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