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UN MIRTO CON... ANDREA LAZZARI

di Matteo Bordiga

Il suo sinistro alla trinitroglicerina bruciava i guanti ai portieri avversari. Sia da titolare che da subentrante era un’arma micidiale e affilatissima a disposizione del tecnico cagliaritano Massimiliano Allegri, e divertiva i tifosi rossoblù con assist al bacio per gli attaccanti e con eurogol sensazionali: indimenticabile la rete del 2-0 segnata al Napoli nel 2009 con un missile mancino terra-aria dalla distanza che tolse le ragnatele dal sette della porta partenopea.

Andrea Lazzari giudica tutto sommato positiva l’annata appena conclusa dall’undici di Ranieri. Anche se…

Andrea, che bilancio possiamo azzardare, alla fine dei giochi e a bocce ferme, per un Cagliari che ha raccolto 36 punti in 38 gare e si è salvato proprio al fotofinish?

“L’annata va considerata complessivamente buona. Sinceramente all’inizio del campionato, guardando alla composizione della rosa rossoblù, mi aspettavo che potesse arrivare una salvezza un po’ più tranquilla. Però nelle varie stagioni e durante i tornei lunghi come la serie A possono accadere tantissime cose; soprattutto ci sono variabili che talvolta non si possono proprio controllare. Per cui direi che, alla fine, la certezza più importante è che l’anno prossimo il Cagliari giocherà di nuovo in serie A.”

A suo avviso in quale reparto la squadra è più attrezzata e dove, invece, avrebbe bisogno di ritocchi in vista dell’anno prossimo? La sensazione è che la difesa, alla luce del gran numero di reti subite, non abbia brillato per solidità e affidabilità…

“Beh, se la squadra si è salvata solo alla penultima giornata certamente qualcosa da aggiustare nell’organico c’è. Difficile adesso indicare nella difesa, nel centrocampo o nell’attacco il reparto che necessita di maggiori rinforzi. Anche perché nel calcio moderno anche gli attaccanti devono saper difendere, per cui quando prendi tanti gol è riduttivo prendersela solo con la retroguardia. Ad ogni modo io esalterei lo spirito del gruppo che il Cagliari ha dimostrato di avere specialmente nella seconda parte del torneo, in cui ha compiuto rimonte strepitose raddrizzando partite che parevano già perse. Per cui ripartirei da questa ossatura di base e della forza del collettivo.”  

Il pubblico cagliaritano ieri ha espressamente chiesto al presidente Giulini di provare a fare un salto di qualità, regalando alla piazza rossoblù qualcosa di più ambizioso di una semplice salvezza strappata per il rotto della cuffia. Secondo lei sarà possibile trasformare questo proposito in realtà?

“Dipenderà tutto dalle intenzioni della società. Va riconosciuto che gli acquisti messi a segno negli ultimi anni certificano senza ombra di dubbio la volontà del Cagliari Calcio di provare a fare bene e a ottenere risultati. Poi, come dicevo, le annate possono girare in una direzione o nell’altra: certe volte, pur spendendo di più, ti ritrovi a dover lottare per mantenere la categoria fino all’ultimo secondo dell’ultima partita.”

Andrea, un suo personalissimo tributo a Claudio Ranieri: un gentleman d’altri tempi che saluta l’Isola e, forse, il mondo del calcio.

“C’è poco da girarci attorno: Ranieri ha fatto la storia del calcio, tanto in Italia quanto all’estero. La salvezza appena ottenuta col Cagliari è stata solo l’ultima delle sue numerosissime imprese. Io non ho avuto la fortuna di essere allenato da lui, ma l’ho incontrato diverse volte da avversario. Ha dato tantissimo a questo sport, per cui va solo ringraziato per il suo grande contributo alla crescita del movimento calcistico nazionale e internazionale.”  


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