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UN MIRTO CON... ALBERTO MARCHETTI: "Il Cagliari non lo vedo bene. Il centrocampo latita e l'attacco è troppo leggero. A gennaio serviranno rinforzi. Il Napoli è uno squadrone: domenica un punto andrebbe benissimo"

di Matteo Bordiga

Le prime tre giornate di campionato non lasciano tranquillo Alberto Marchetti, grande ex rossoblù che, fino a oggi, ha visto un Cagliari zoppicante e, soprattutto, scarsamente qualitativo. Per Marchetti urge a gennaio intervenire sul mercato, per puntellare soprattutto centrocampo e attacco.

Alberto, che impressione le ha fatto il Cagliari in questo avvio di stagione?

“Ad essere sincero non l’ho visto molto bene. Tra l’altro adesso affronteremo il Napoli, una squadra contro la quale non è facile fare punti e che è sospinta dall’entusiasmo per aver vinto l’ultima partita ben oltre il novantesimo. Domenica anche un pareggio andrebbe benissimo a Luperto e compagni. Se poi il trend non dovesse invertirsi, credo che Giulini a gennaio dovrà intervenire sul mercato. Io posso dire che fino a questo momento ho visto una squadra un po’ troppo fragile e vulnerabile.”

Quali sono, a suo giudizio, i difetti che devono preoccupare maggiormente i tifosi rossoblù?

“Intanto ho visto un centrocampo che praticamente non esiste; l’attacco è piuttosto leggerino, mentre la difesa può reggere fino a un certo punto. Ci sono in organico dei buoni difensori, però ripeto: il centrocampo latita. In particolare vedo fuori posizione Deiola: un giocatore che non ho ancora capito se sia un mediano o una mezzala. In teoria lui dovrebbe giocare davanti alla difesa, ma uno che giostra in quella posizione deve anche saper impostare l’azione. Deiola invece ogni tanto esce dai ranghi e si sgancia in avanti a cercare gloria, ma così la squadra va tatticamente in difficoltà. Insomma, secondo me il centrocampo è carente innanzitutto dal punto di vista qualitativo.

Per quanto riguarda il reparto avanzato, Nicola lascia in panchina Pavoletti ma poi, di fatto, ogni volta ci ritroviamo a sperare in un’invenzione estemporanea di Luvumbo. L’angolano farà anche confusione, ma è l’unico che prova la giocata e crea scompiglio nella retroguardia avversaria. In ogni caso, aldilà dei singoli io finora non ho visto una squadra nel vero senso della parola: un collettivo in cui i reparti si muovano armoniosamente e coi tempi giusti.”

Quindi lei, se a gennaio dovesse operare sul mercato per migliorare l’organico, interverrebbe prioritariamente sul centrocampo e sull’attacco.

“Esattamente. Ecco, tornando al centrocampo mi viene in mente Razvan Marin: l’unico che si salva. O, per meglio dire, l’unico a meritare la sufficienza. Prati deve crescere, è un prospetto futuribile: i giovani devi inserirli in un contesto già rodato e collaudato, altrimenti rischi di mandarli allo sbaraglio.”


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