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Gazzetta - Casarin: "Conceiçao? Marinelli era a circa 20- 21 metri dal fatto: ma come fai a giudicare da quella distanza?"

di Redazione TuttoCagliari

L'ex arbitro ed ex designatore, Paolo Casarini, oggi opinionista del Corriere della Sera, ha parlato dei numerosi arbitrali che stanno infiammando il calcio italiano in un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Adesso dopo i rigorini abbiamo pure i pestoncini. Non ci facciamo mancare nulla... - ha esordito Casarin -. I pestoncini? Quando il pallone è a terra e un calciatore va a contrasto o a duello in maniera plausibile, possibile e normale, chiamasi dinamica del calcio. È gioco del calcio. Si parte da un presupposto: il pallone va conquistato, giusto? E allora cosa vuoi dire all’avversario, 'Scusa mi dai la palla?'. Oppure che fai, gli tiri un cazzotto? No, il calcio è coi piedi. E si cerca la conquista. A volte viene dato rigore e inaltre situazioni no?Il calcio deve tornare ad avere due cardini fondamentali: l’involontarietà e la sicurezza dei giocatori. Ora, dopo anni di silenzio, sono tornati a considerare lo “step onfoot”, perché piace dirlo in inglese. Pestone. Però frega gli arbitri, il pestone. Rischia di diventare un bel rebus per tutti. Per questo dico che se c’è la suddetta involontarietà va tenuta in considerazione. Non tutti i contrasti devono essere ritenuti falli... Il calcio è un gioco duro. Durissimo. Nel quale l’intervento deve essere punito se sai di poter far male, non quando non sai. E la decisione deve spettare a chi è in campo, solo e unicamente, perché percepisce velocità e tutto ciò che comporta. Se ne esce con l’autodisciplina del giocatore: perché bisogna pensare che un movimento può togliere il lavoro a un altro giocatore. E poi c’è un altro tema che mi preme far affiorare".

Sul giallo per simulazione a Conceiçao: "Intanto i giocatori devono smetterla di fare i furbacchioni. La prima cosa è proprio evitare di prendere in giro. Poi quel giallo di Marinelli è un eccesso assoluto. Ma sa anche perché? Per il semplice fatto che Marinelli era a circa 20- 21 metri dal fatto: ma come fai a giudicare da quella distanza? L’arbitraggio buono, la visione perfetta, avviene se ti trovi a sei, sette, massimo otto metri. Da là non poteva giudicare".


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