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Gazzetta - Barella, il mastino che ha imparato a giocare di tacco

di Redazione TuttoCagliari

"Fede & Nicolò, l'Italia è vostra", titola La Gazzetta dello Sport. Chiesa, scatti e gol. Con Spalletti come al luna-park. Figlio d’arte, esploso tra Firenze e la Juve. In azzurro ha gli spazi che Allegri non gli dà. Tacco di Barella, gol di Chiesa. I migliori. Domani ancora insieme per l’Italia, domenica contro per lo scudetto. Classe ’97, colonne di Nazionale, Inter e Juve. È il loro momento. 

"Barella, il mastino che ha imparato a giocare di tacco". Gigi Riva e Sacchi ne intuirono lo spirito, lui si è costruito. Ora è un mediano raffinato. Prima della partita con la Macedonia del Nord, Spalletti aveva definito Chiesa “un fuoriclasse, il nostro Sinner”. Lui ha risposto segnando due gol. Barella ha sempre difeso le cause del suo cuore: il Cagliari è la squadra della sua terra, l’Inter è quella per cui ha sempre tifato. Stessa spinta per l’Italia.

Nicolò Barella è cresciuto sotto gli sguardi dei grandi, un piccolo eroe tenuto d’occhio da numi olimpici - si legge sulla rosea -. Il primo è stato Gigi Riva che lo ha visto sgambettare nella scuola calcio di Cagliari che portava il suo nome. In quel bambino più piccolo degli altri, che lottava più degli altri ha riconosciuto subito il sacro fuoco dei predestinati. Poi sono venuti gli occhi del visionario Arrigo Sacchi, coordinatore delle giovanili azzurre. Mentre qualche tecnico a Coverciano storceva il naso davanti a quel ragazzino che si esaltava nei tackle, ma che trattava la palla in modo poco gentile, Arrigo suggeriva: «Datemi retta: educare due piedi è sempre possibile, insegnare lo spirito che anima quel ragazzo, no. Teniamocelo stretto». E così il giovane Barella ha continuato a frequentare il centro tecnico federale e a crescere, anche in continente.  Il colpo di tacco con cui ha servito a Roma il primo gol di Chiesa gli è stato dettato dall’istinto, all’improvviso, un istinto molto diverso da quello di un mediano tradizionale. Con un tacco ancora più spettacolare, Barella aveva mandato in gol Lautaro davanti agli occhi del Real Madrid. Per questo, ormai da anni, il guerriero sardo è desiderato dai più prestigiosi club d’Europa, perché mediani dal colletto bianco non ne circolano molti. Per dire, Barella è molto più completo e raffinato tecnicamente di Tonali, costato 70 milioni.


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