Matteoli a Sampdorianews.net: "Il Cagliari giocherà all'attacco"
Fonte: Sampdorianews.net
Sampdorianews.net ha contattato Gianfranco Matteoli per introdurre il match che domani sera opporrà al Sant'Elia Cagliari e Sampdoria. Matteoli, passato e presente del Cagliari (si occupa del settore giovanile della società rossoblù), nella stagione 1985-86 ha vestito la maglia blucerchiata, configurandosi dunque come doppio ex della partita di domani.
Ti aspettavi un inizio di campionato così importante da parte del Cagliari guidato da Bisoli?
“Da tanti anni il Cagliari inizia bene il campionato in termini di gioco espresso, questa volta sono arrivati anche i risultati. È logico che per come gioca questa squadra, arrivino anche le soddisfazioni sul campo”.
La Samp può vantare su un organico importante, ma nelle ultime partite la “Zona Cesarini” è risultata decisiva ai suoi danni…
“L’ho vista giocare sia contro la Juventus, che con il Napoli, mi è piaciuta molto, ho visto una squadra in salute, qualche episodio le ha detto male. Domani sera dovrà affrontare una partita difficile in casa del Cagliari, una compagine che sa il fatto suo e può metterla in difficoltà”.
Che partita ti aspetti domani sera: il Sant’Elia, da tradizione, non è stato un campo molto fortunato per la Sampdoria.
“Il modo di giocare del Cagliari lo porta a fare una partita d’attacco, sarà questo il tema tattico, poi dipenderà dalla forza della Sampdoria di riuscire a ribattere colpo su colpo”.
Cossu da una parte, Cassano dall’altra rappresentano gli uomini di maggiore fantasia. Possono risultare loro gli uomini decisivi della sfida?
“Le partite si vincono in 11, anzi in 18 ormai, chi entra a partita in corso può risultare decisivo. Le grandi squadre ottengono grandi risultati se, come ho imparato durante la mia carriera, tutti danno il loro apporto soprattutto quando subentrano, poi è ovvio che i giocatori più dotati dal punto di vista tecnico, con qualità di un certo tipo, possono fare la differenza”.
Da esterno come giudichi la maturazione comportamentale di Antonio Cassano?
“Cassano è sempre stato un grande giocatore per l’amor di Dio, da ragazzo è normale avere certi comportamenti, si è trovato tutto tra le mani in un colpo solo, ma chiunque ha vissuto il suo processo di maturazione. Se si chiedesse cosa sarebbe potuto accadere se avesse avuto questo comportamento anche sei, o sette anni fa, forse avrebbe avuto altre esperienze calcistiche nella sua carriera, ma la maturazione fa parte della vita di ogni essere umano”.
Hai indossato la casacca blucerchiata nella stagione 1985 – 1986, prima di accasarti all’Inter dei record guidata da Trapattoni. Che ricordi hai dell’esperienza doriana?
“Bellissimi ricordi, ho trovato una società di grande prestigio, mi sono trovato benissimo in quell’ambiente. Purtroppo quella stagione fu un po’ disgraziata”.
Non posso evitare di chiederti qualcosa sul tuo rapporto con il Presidente con la P maiuscola, Paolo Mantovani. Hai qualche episodio particolare da raccontarci a riguardo?
“Mantovani era come un padre, una persona incredibile, faceva cose che forse nemmeno un padre potrebbe fare, era un uomo davvero speciale. Posso raccontarti un episodio: quando andai nel suo ufficio in occasione del mio trasferimento all’Inter, mi disse che preferiva acconsentire all’operazione, ma gli venivano le lacrime agli occhi. Noi giocatori venivano trattati e considerati come dei suoi figli”.
Visto come hai contribuito da assoluto protagonista successivamente ai trionfi dell’Inter di Trapattoni e del Cagliari europeo, l’esperienza alla Sampdoria avrebbe potuto andare meglio per il rendimento offerto in campo?
“Mi è rimasto un po’ di rammarico, esistevano tanti discorsi sul mio dualismo con Souness, ma sono cose che insegnano, consentono un grande salto in avanti in termini di mentalità e personalità, chiacchiere per problemi inesistenti, ma, quando ci si trova in certe situazioni, si va a trovare il pelo nell’uovo. Alla Samp ho riscontrato qualche incompatibilità in qualche ruolo in campo, ma anche l’esperienza di Souness con la maglia doriana terminò nello stesso anno”.
Lo scudetto con l’Inter, la storica qualificazione Uefa con il Cagliari: hai raggiunto grandi traguardi in carriera, ma il calcio ti ha lasciato anche qualche rimpianto?
“Sono contento per quanto ho fatto, credo che il giocatore faccia il salto di qualità nei momenti negativi, perché capisce certe situazioni che altrimenti non comprenderebbe quando tutto ti gira bene e speri che la settimana duri un mese. Se invece sei reduce da una sconfitta, allora ti brucia tutto dentro e non vedi l’ora di rigiocare, anche il mattino successivo”.
In passato hai avuto una breve parentesi da tecnico a fine 2001, ma dal 1999 guidi il settore giovanile del Cagliari con professionalità e competenza. E’ questo il ruolo che ti auguri di poter occupare anche in futuro, oppure vorresti tornare in panchina?
“Questo lavoro mi piace, mi soddisfa, mi ha realizzato per il mio modo di essere, ringrazio Favini che, ai tempi delle giovanili del Como, mi aveva consigliato questa professione e mi ha più volte incoraggiato. Non mi interessano le platee, né le prime pagine dei giornali, ma soltanto aiutare, con l’ausilio dei miei collaboratori, i nostri ragazzi a diventare dei calciatori”.
Non ti chiedo un pronostico per domani sera perché ti sentiresti ovviamente parte interessata, ma soltanto un saluto verso i tifosi blucerchiati e i sempre più numerosi lettori di Sampdorianews.net.
“Tolta la partita di domani sera, la Samp si merita grandi successi, è uscita immeritatamente dalla Champions, ha un organico attrezzato per disputare un campionato di grosso livello”.