Mancosu a Radiolina: "Mi chiamano Mister? Devo dire che mi sta piacendo. Il passaggio l'ho assorbito bene"
L'ex giocatore del Cagliari e ora tecnico delle giovanili, Marco Mancosu, è intervenuto ai microfoni di Radiolina in occasione della trasmissione "Il Cagliari in diretta". Queste le sue parole: "Gaetano un Mancosu all'inizio? Non lo so, non so se mi rivedo in Gianluca. Sicuramente lui è molto più forte. Come caratteristiche un po' tecniche magari ci assomigliamo.
Mi chiamano Mister? Devo dire che mi sta piacendo. I ragazzi? Sono bravi, gli voglio bene. Sono una generazione molto particolare, molto lontana da quello che eravamo noi. Però mi piace esplorare quello che pensano, come sono caratterialmente. Il mio obiettivo è migliorarli e che arrivino in prima squadra.
Il presidente venne e mi propose questa opportunità di cominciare ad allenare. Io avevo tanto dolore al ginocchio e non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro. Avrei preferito continuare a giocare, ma con il senno di poi sono contento della scelta che ho fatto. Devo ringraziare il presidente, Carta, Muzzi e Mereu che mi stanno aiutando a crescere e migliorare.
E' una lotta continua con il "me giocatore". Devo mettere da parte quello che sono stato, ma non come valori umani. Però ovviamente devo capire che un Mancosu con me non avrebbe giocato. Non devo fare il tifo per un Mancosu giocatore, devo capire che la squadra ha la priorità. Dico magari con me non avrebbe giocato. Normale che quando giochi fai il tifo per te stesso. Quando sei allenatore devi prendere decisioni nell'ottica della squadra, non del sindaco. Mi trovo alla grande con Pisano, Aresti e con tutti. Quello che dicevo anche l'altro giorno non c'è stato un giorno in cui non abbia avuto voglia di andare al campo. Il passaggio l'ho assorbito bene.
Sto puntando tantissimo sul migliorarsi giorno dopo giorno, magari non pensando tanto al risultato che conta relativamente nelle giovanili. Ma migliorarsi ogni giorno è quello su cui spingo maggiormente con i ragazzi".
Cagliari-Fiorentina. Quando entri pensi che poteva essere l'ultima partita? "Sinceramente sì. Ho avuto 4 operazioni in un anno, un'infezione al ginocchio e ho fatto di tutto per poter essere in campo quei minuti. Devo dire grazie infinito allo staff medico del Cagliari e a mister Ranieri. Sapevo che quella per me era l'ultima partita. Sono felice di aver fatto quegli ultimi minuti".
Quei minuti finali sono stati una liberazione. Sono stato molto testardo e sono fiero di me perché ad un certo punto mi ha lasciato anche strascichi per la vita futura. Ne è valsa la pena.
Bove? Penso che non sia semplice per lui, però mettendo dentro nel calderone tutte le cose penso che la vita umana sia più importante di giocare a pallone. Penso che sia fortunato a poter raccontare quello che è successo, il calcio è una cosa molto meno importante della persona. Essere andato così vicino a qualcosa di tragico lo aiuterà a capire quanto sono importanti altre cose.
Io non ho rimpianti nella mia vita. Anche le cose brutte mi sono servite per essere la persona che sono. Per me è stato un onore dal 2007 fare la carriera che ho fatto. E' stato importantissimo essere capitano del Lecce, finire la carriera a Cagliari con la salvezza, come Zola il mio idolo. Non posso che essere felice.
Con la Fiorentina partita importantissima, soprattutto per mantenere la striscia positiva che sta avendo. Mi ha impressionato fin dalla prima partita ed è un piacere vederli giocare con quella intensità. Sono sicuro che anche quando sfideranno squadre importanti daranno del filo da torcere.
Nicola? Il mister non dà tanta confidenza. Io sono rispettoso di lui come persona e rimango nel mio. Magari è capitato più spesso di scambiare delle parole con Barone o con il suo staff.
Ranieri? Io ero sicuro che Cagliari non sarebbe stata la sua ultima corsa. Il mister ha veramente tantissima voglia, è un martello: gli piace troppo stare sul campo. Ho preso tanto la gestione dei rapporti umani, ti aiuta ad ottenere poi risultati. Se il giocatore dà il 100% per l'allenatore è più facile che arrivi il risultato.
Felici? Aveva giocato con me a Lecce. Quando l'ho visto ad Asseminello l'ho chiamato con il soprannome di Call of Duty. Lui non tocca per terra, è velocissimo. Ero sicuro che in una partita bloccata potesse fare male. Sono contento perché se lo meritava. E' stato bravissimo ad aspettare il suo momento e prendere il treno al volo.
Pronostico per Fiorentina-Cagliari? Spero nella vittoria del Cagliari, magari con Gabri Zappa e Augello