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Gigi Riva ricorda il suo allenatore Scopigno: "Era intelligentissimo. Ci faceva ragionare oltre il calcio. Ricordo che una sera giocavamo a poker in camera mia e lui bussò alla porta..."

di Laura Pace

Era il 12 aprile 1970, mezzo secolo fa quando il Cagliari vinse lo Scudetto. A quell'epoca l'allenatore era Manlio Scopigno e il suo più grande bomber, fautore del gol della vittoria, era Gigi Riva. Leggenda del Cagliari e della nazionale (vanta ancora il record di tutti i tempi, 35 gol in 42 presenze in azzurro).

Oggi su Sportweek Rombo di Tuono ricorda il suo allenatore a trent'anni dalla sua scomparsa. Era infatti il 25 settembre 1993 quando si spense Scopigno. Questo un ricordo di Riva: "Era intelligentissimo. Ci faceva ragionare oltre il calcio e ci trattava da uomini. Ha abolito il ritiro prepartita, una cosa enorme per quei tempi. Eravamo tutti felici. Quando si fece male Tomasini, inventò Cera libero e facevamo un 4-4-2 sempre molto attuale. Solo Martiradonna e Niccolai giocavano a uomo. Scopigno ci dava fiducia, ma non dovevamo deluderlo. Se in albergo facevamo chiasso a tavola, picchiava il coltello su un bicchiere e diceva: 'Ragazzi, non siamo a casa nostra'. E non volava più una mosca. Una notte, in un albergo di Roma, si giocava a poker in camera mia, con Albertosi, Poli e Gori, un fumo da tagliare con l’accetta, avevamo fatto salire panini e bottiglie. Bussano alla porta. È Scopigno. Entra e dice: 'Almeno invitare gli amici, quando si fa festa. No?'. Si siede sul mio letto e fa: 'Disturbo se fumo?'. Noi zitti. E lui: 'Però è l’ultima, anche per voi'. Il giorno dopo abbiamo vinto 3-0".


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