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ESCLUSIVA TC - STEFANO TORCHIO: "Il mio rapporto col giovane Mamadou Balde della primavera del Cagliari: l'ho aiutato a emergere nel mondo del calcio, dal Casale fino allo sbarco in Sardegna. Il ragazzo si farà: è un centrocampista versatile"

di Matteo Bordiga

La sua è una storia travagliata, dura, sofferta. Ma coronata da un lieto fine.

Mamadou Pathe Balde, diciannovenne guineano, oggi è una delle colonne portanti della primavera del Cagliari Calcio. Centrocampista tuttofare, mezzala abile negli inserimenti ma anche in fase di interdizione, si distingue per il suo temperamento e per le sue buone qualità tecniche. Ma la vita – dentro e soprattutto fuori dal campo – gli ha messo di fronte tanti ostacoli da superare prima del felice sbarco in terra sarda. Stefano Torchio, attuale team manager del PDHAE (società valdostana che milita in Eccellenza), è stato per certi versi il suo mentore. Di sicuro l’ha aiutato in maniera significativa ad emergere e a farsi strada nel mondo del calcio.

Stefano, ci racconti come ha conosciuto Balde e quali sono i retroscena dell’approdo in rossoblù del giovane guineano.

“A Mamadou mi lega un bel rapporto d’amicizia. Ero stato il suo team manager a Casale. La sua storia personale è piuttosto complessa: giunse in Italia dal suo Paese, la Guinea, come profugo. Inizialmente fu affidato a una casa famiglia, prima ad Alessandria e poi in un paese vicino a Casale. Lì conobbe una persona alla quale confidò che gli piaceva molto giocare a pallone. Così questa persona lo presentò a un suo amico dirigente di una squadra che militava in Prima categoria, per consentirgli di coltivare la sua passione. Ma fu subito evidente a tutti che Mamadou, per quelle che erano le sue qualità tecniche e atletiche, non c’entrava assolutamente niente con quella categoria. Così fu dirottato tra gli allievi del Casale, anche se non era ancora possibile tesserarlo per via di vari problemi burocratici. Al Casale, che all’epoca militava in serie D, fece tutta la trafila per poi arrivare, piuttosto velocemente, in prima squadra: stiamo parlando della stagione agonistica 2021-2022.

In estate finalmente riuscimmo a tesserarlo e di conseguenza, con l’inizio della nuova stagione, a portarlo in ritiro e a farlo poi esordire in campionato. Ma successivamente il Casale si sfaldò e fallì: già in autunno praticamente tutti i giocatori se n’erano andati via. Così io misi in contatto Mamadou con un amico fidato, un procuratore, che lo venne a vedere, lo conobbe e lo prese sotto la sua ala protettiva, portandolo a Cesena nel dicembre del 2022. L’anno scorso poi – questa è storia recente – il ragazzo è passato dal Cesena alla primavera del Cagliari, la sua squadra attuale.”

Tecnicamente quali sono le caratteristiche peculiari di Balde?

“Lui formalmente è una mezzala capace di inserirsi e di fare le due fasi. Ma dal mio punto di vista rende al meglio come centrocampista di contenimento: è un interditore alla Adopo, per intenderci, bravo tecnicamente e dotato di buona corsa. Copre tutte le ‘falle’ che si vengono a creare nelle varie zone del campo.”  

Lei ha rappresentato una figura fondamentale per il guineano e per il suo approdo nel mondo del calcio, un universo carico di fascino ma anche di insidie.

“Beh, l’ho aiutato, anche se non vorrei prendermi meriti che non ho. Di fatto io e lui ci siamo trovati. Mamadou si fidava molto di me, perché lo portavo e lo andavo a prendere agli allenamenti. Insomma, avevo un occhio di riguardo per lui. Così alla fine siamo diventati amici. Certamente ho cercato di dargli una mano, mettendolo in contatto con le persone giuste. La mia priorità era quella di evitare assolutamente che finisse tra le grinfie di gente che pensa solo ai propri affari e che, di conseguenza, l’avrebbe trattato come merce di scambio: di questi personaggi il mondo del calcio è pieno. Lui ora a Cagliari sta benissimo e ha trovato la sua dimensione, per cui diciamo che la sua vicenda umana ha avuto, fortunatamente, un lieto fine. A un certo punto la buona sorte si è ricordata di Mamadou, il quale però a sua volta è un ragazzo che sa farsi voler bene. Per cui è stato anche merito suo.”


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