ESCLUSIVA TC - STEFANO CAPOZUCCA: "Cagliari, l'obiettivo è il solito: confermare la categoria. E Nicola è l'uomo giusto per centrarlo. Qual è il bomber principe della squadra? Non importa chi segna: i gol possono arrivare anche dai difensori"
Stefano Capozucca, direttore sportivo di lungo corso e grande conoscitore del calcio italiano e internazionale, non ha mai dimenticato i suoi trascorsi cagliaritani. In particolare in Sardegna ha vissuto il fortunato biennio 2015-2017, caratterizzato dal brillante ritorno in massima divisione (con tanto di trionfo nel campionato cadetto) e da una salvezza tranquilla conquistata in serie A, impreziosita da un undicesimo posto finale che, ad oggi, rappresenta ancora il miglior piazzamento conseguito sotto la gestione Giulini.
Stefano, cosa hanno detto le prime quattro giornate di campionato sulle potenzialità e sulle ambizioni del nuovo Cagliari?
“L’obiettivo dei rossoblù è sempre quello di mantenere la categoria. E per farlo, dopo la parentesi con Claudio Ranieri - che era un vero professore - hanno preso l’uomo giusto: Davide Nicola. Un allenatore di carattere e di temperamento, abituato a questo tipo di battaglie. Nicola si sposa alla perfezione con quella che è la filosofia del Cagliari e, soprattutto, del pubblico sardo, appassionato e irriducibile nel sostenere la squadra in uno stadio piccolo – e sempre pieno – in cui non è facile giocare per gli avversari. Ecco, un tecnico come Nicola sa caricare a pallettoni i tifosi sugli spalti…”
Stante la composizione dell’organico attuale, lei ritiene che ci siano i presupposti per condurre un campionato tranquillo o, esattamente come l’anno scorso, si dovrà lottare fino a maggio per conseguire l’agognata salvezza?
“Direi che la sofferenza va messa in preventivo, ma la rosa del Cagliari ha le potenzialità per raggiungere quello che è l’obiettivo di sempre: la riconferma della serie A.”
Finora i rossoblù si sono dimostrati solidi e determinati – anche se soggetti ad amnesie e distrazioni estemporanee che si sono rivelate fatali – in difesa, mentre l’attacco è parso molto asfittico: appena un gol segnato in quattro giornate. È dalla cintola in su che deve intervenire Nicola se vuole invertire la rotta di questo travagliato avvio di stagione?
“Devo dire che ho visto la partita col Napoli e, nonostante qualche disattenzione difensiva di troppo, il Cagliari non meritava assolutamente un passivo così ampio. Sullo 0-1 i rossoblù avevano messo a dura prova i partenopei, sfiorando più volte la rete del pareggio. Poi sullo 0-2 la squadra ha mollato e sono arrivati altri due gol che hanno ‘gonfiato’ il risultato, ma il Napoli in realtà ha sofferto e non poco. Certo, là davanti qualche rete in più bisognerà segnarla, ma ci sono tutti i presupposti per sbloccarsi già a partire, magari, dalla sfida di domani contro l’Empoli: uno scontro diretto di primaria importanza.”
Come bomber di riferimento lei punterebbe più su Lapadula o su Piccoli? Non si capisce bene in questa squadra chi, tra gli attaccanti, possa garantire dai dieci ai quindici gol stagionali…
“Io dico sempre che conta assai poco chi segna: possono anche andare continuativamente in gol i difensori. L’importante è che le reti arrivino.”