.

ESCLUSIVA TC - SALVATORE BAGNI: "Sul mercato il Cagliari punta su profili già conosciuti perché non ha avuto tempo per monitorare calciatori ancora da scoprire. Ma in giro per il mondo ci sono tanti prospetti che farebbero al caso dei rossoblù"

di Matteo Bordiga

Centrocampista coriaceo e dinamico, dalla buona tecnica di base e dotato di un notevole feeling con la porta avversaria, Campione d’Italia nel Napoli di Maradona e punto di riferimento della Nazionale azzurra negli anni Ottanta. In seguito apprezzato commentatore televisivo, prima per Mediaset e poi per la Rai, nonché straordinario conoscitore di calciatori stranieri e, più in generale, del calcio internazionale.

Attualmente dirigente sportivo e consulente di mercato, Salvatore Bagni quando parla di pallone si illumina. Anche per ragioni professionali è aggiornatissimo, informatissimo e sempre sul pezzo.

Salvatore, negli ultimi anni in serie A il Cagliari ha provato a fare un piccolo salto di qualità, puntando a posizioni di classifica più nobili dopo aver messo in cassaforte la salvezza. Non ci è tuttavia mai riuscito, finendo sempre per lottare per non retrocedere. Fino al punto più basso della gestione Giulini, la discesa in serie B del 2022. Ora, dopo questa pronta risalita in A, pensa che la squadra sia pronta per tentare di insediarsi attorno alla decima-undicesima posizione?

“Intanto diciamo che il Cagliari ha buttato via una salvezza a Venezia, contro una squadra già retrocessa, e poi ha riconquistato la serie A proprio all’ultimo secondo con Pavoletti a Bari. Corsi e ricorsi, storie e situazioni che nel calcio si ripetono. Adesso la dirigenza sta cercando di costruire una squadra equilibrata, assecondando le idee del DS e, ovviamente, quelle dell’allenatore Ranieri. Diciamo che fino a questo momento hanno puntato su nomi piuttosto conosciuti, sia in Italia che all’estero. Giocatori già rodati nel nostro o in altri campionati. L’idea è quella di rafforzare la squadra con elementi di buon livello senza spendere troppo. La difficoltà oggettiva però nasce dal fatto che la promozione è stata ottenuta molto tardi, a giugno, in seguito alla finale playoff. Per cui la società ha avuto meno tempo, durante l’anno, per muoversi sul mercato: se vuoi pianificare una squadra da metà classifica in serie A devi guardarti in giro in anticipo, lavorare sottotraccia nel corso della stagione. Questa possibilità il Cagliari non l’ha avuta, avendo centrato l’obiettivo appena due mesi fa. Ora si vuole andare sul sicuro, ingaggiando nomi noti e giocatori dalle comprovate capacità. Ci sono tantissimi calciatori per così dire ‘sconosciuti’ in giro per il mondo, da individuare con calma, che avrebbero potuto rinforzare l’organico rossoblù. Semplicemente la dirigenza non ha avuto tempo di valutarli e di scoprirli, preferendo orientarsi direttamente su profili come Borja Mayoral, Petagna, Sulemana, Jankto, Augello… Gente già collaudata, ecco.”

Che gliene pare di Shomurodov, finora unico nome nuovo dell’attacco cagliaritano?

“Deve assolutamente alzare il suo livello. Alla Roma e allo Spezia diciamo che non ha fatto benissimo. O quantomeno non ha reso secondo quelle che sono le sue potenzialità. Evidentemente Ranieri crede in lui, ma deve migliorare in quanto a gol e a qualità delle giocate se vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista in serie A. Sul mercato straniero ci sono tanti altri profili interessanti: si ragiona in base alle caratteristiche del calciatore e lo si sceglie. Se il Cagliari l’anno prossimo dovesse trovarsi a ridosso del centroclassifica già a febbraio-marzo, a quel punto avrà tutto il tempo per ritoccare la rosa in vista dell’anno successivo, con l’obiettivo di ottenere un piazzamento migliore. Mi ripeto: è tutta una questione di scelte, di opportunità e soprattutto di tempi.”

Uno dei chiodi fissi della dirigenza è quello di individuare, per il centrocampo rossoblù, un regista in grado di dettare i tempi di gioco. A suo avviso sul mercato ci sono dei profili rispondenti a queste caratteristiche che potrebbero fare al caso di Bonato?

“Io con Bonato ci parlo spesso. Certo che ci sono profili con questo identikit. Ce ne sarebbero sei o sette, in giro per il mondo, che si potrebbero prendere in considerazione. E senza spendere tanto, perché come dicevo prima si va sulle caratteristiche, non solo sulla qualità del giocatore. Ma a livello numerico non mancano i ‘papabili’ in quel ruolo.”

Parlando della promozione del Cagliari, a suo avviso si è trattato di un premio meritato per quello che ha espresso la squadra sarda durante il campionato o la variabile “buona sorte” - vedi occasioni sbagliate dal Bari all’andata e palo clamoroso di Folorunsho al ritorno della finale playoff - ha giocato un ruolo determinante nel momento decisivo della stagione?

“La fortuna incide in certe circostanze. Basta pensare alla finale di Champions League fra Inter e Manchester City. Ma il Cagliari ha meritato di tornare in serie A perché ci ha creduto fino in fondo e perché ha cercato sempre di giocare, pur affrontando avversari di altissimo livello. Ma sottolineerei soprattutto il percorso compiuto da Ranieri dal momento del suo arrivo fino alla promozione. Tutti ci ricordiamo in che posizione erano i rossoblù quando è stato ingaggiato il tecnico romano, che ha fatto una cavalcata strepitosa. Ma Ranieri è Ranieri… Vedere le sue lacrime a Bari all’età che ha e dopo più di trent’anni di carriera fa davvero bene al cuore.”

A livello tattico si potrebbe individuare il momento di svolta nel passaggio dal 4-3-3 di Liverani al 4-3-1-2 di Ranieri, con l’impiego di Mancosu come trequartista dietro le due punte?

“Claudio è un allenatore espertissimo e sa che deve andare sulle caratteristiche dei giocatori, non tanto sui moduli. In certi frangenti della stagione, quando magari alcuni giocatori non rendono al meglio, si può pensare di cambiare modulo per alcune gare o di ridisegnare tatticamente la squadra. Ma il concetto fondamentale, che Ranieri ha applicato e che ha dato i suoi frutti, rimane quello di capitalizzare le qualità tecniche dei propri calciatori: il modulo non si modifica mai tanto per fare, ma in base alle esigenze e alla situazione del momento.”


Altre notizie
PUBBLICITÀ