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ESCLUSIVA TC - MASSIMO RASTELLI: "Cagliari battuto a Napoli solo dalle prodezze dei campioni azzurri. I cambi di Ranieri all'intervallo non hanno inciso negativamente sul potenziale offensivo dei rossoblù. A Verona servirà una gara accorta"

di Matteo Bordiga

Il suo nome rimanda immediatamente i tifosi del Cagliari al primo – e unico – campionato di serie B vinto nella storia del club rossoblù. E suscita il ricordo di una stagione – quella successiva – vissuta da protagonisti in serie A, conquistando da matricole un lusinghiero undicesimo posto e offrendo, a tratti, un calcio spregiudicato e arrembante. Memorabili il pareggio interno in rimonta contro la Roma, il successo contro l’Inter a San Siro e la vittoria ottenuta in casa col Milan, nell’ultima gara ufficiale disputata allo stadio Sant’Elia. A far da contraltare a questi risultati roboanti, qualche goleada di troppo incassata e alcune prestazioni poco convincenti soprattutto in trasferta. Ma, nel complesso, fu un primo anno in massima serie molto più spensierato e fruttifero rispetto (per ora) a quello attuale.

Massimo Rastelli, ex tecnico rossoblù, commenta volentieri l’andamento in campionato del “suo” Cagliari, al quale è rimasto profondamente legato, proiettandosi già all’importantissimo scontro diretto di sabato allo stadio “Bentegodi” contro il Verona.

Massimo, che Cagliari ha visto a Napoli e che momento, più in generale, sta vivendo la compagine isolana?

“I rossoblù mi sembrano una squadra in salute, quadrata; una formazione che, anche nelle difficoltà, non molla mai e cerca sempre di rimanere in partita fino alla fine. Per poi, negli ultimi minuti, provare a cambiare il risultato anche grazie ai cambi operati da Ranieri. Abbiamo visto quello che è successo contro Frosinone e Sassuolo, ma pure a Roma con la Lazio stava per arrivare il pareggio proprio allo scadere, e il Cagliari l’avrebbe meritato. Io quel giorno ero all’Olimpico e ho visto una squadra tosta, all’interno di una partita gestita molto bene alla luce dell’inferiorità numerica.

Anche contro il Napoli Dossena e compagni hanno concesso pochissimo, e solo due grandi giocate dei campioni partenopei hanno fruttato i tre punti ai padroni di casa. Francamente non vedo particolari errori difensivi dei rossoblù nelle due reti subite: in un caso è stato bravissimo Mario Rui a crossare al centro e perfetto Osimhen nello stacco, mentre nel gol del 2-1 il nigeriano si è esibito in un numero da fuoriclasse e ha smarcato Kvara davanti a Scuffet. I difensori del Cagliari non potevano intervenire in maniera diversa, anche perché altrimenti avrebbero rischiato di causare rigore.”

I cambi di Ranieri all’intervallo – Obert e Deiola per Petagna e Jankto – hanno contribuito a far arretrare fin troppo il Cagliari nel secondo tempo, anche perché si difendeva di fatto in cinque e mancava un uomo in grado di collegare il centrocampo all’attacco, o la chiave di lettura è un’altra?

“Beh, io direi che il Cagliari si è abbassato anche nel primo tempo e ha fatto tanta densità negli ultimi venticinque metri, dove il Napoli non riusciva a trovare grandi spazi. Le difficoltà che hanno spinto Ranieri a passare a tre dietro - cinque coi due esterni - erano legate agli inserimenti delle mezzali avversarie, che nel primo tempo - mentre il Cagliari giocava col 4-4-2 - attaccavano lo spazio alle spalle tra il terzino e i due centrocampisti. Così il tecnico romano ha voluto mettere una toppa, per cercare di leggere più facilmente quegli inserimenti, buttando nella mischia un centrocampista difensivo e optando per la difesa a tre.

Non credo che i cambi, comunque, abbiano inciso in negativo nell’economia del gioco offensivo rossoblù. Del resto il Cagliari ha proprio impostato una partita d’attesa, sotto la linea della palla, negli ultimi trenta metri. Tanto è vero che subito dopo la rete di Osimhen i sardi hanno pareggiato, e poi hanno perso solo a causa di un colpo da campione dello stesso nigeriano.”

Massimo, veniamo al problema principale a cui Ranieri deve far fronte: la vulnerabilità difensiva. Incassando due reti a partita sarà dura salvarsi con tranquillità. Forse, per le caratteristiche – e la scarsa esperienza in A – di diversi difensori cagliaritani un’idea potrebbe essere quella di ripristinare delle rigide marcature a uomo, accantonando provvisoriamente la marcatura a zona che richiede estrema precisione nei movimenti e nella scelta di tempo degli interventi?

“La scelta dell’uno o dell’altro sistema di gioco è operata dall’allenatore a seconda delle proprie personali convinzioni o anche, talvolta, per adeguarsi alle caratteristiche e alle esplicite richieste degli stessi giocatori. Per me dall’esterno, in questo caso, è difficile esprimere un giudizio. Io ho quasi sempre fatto marcare a uomo, perché volevo responsabilizzare fortemente ciascuno dei miei calciatori. Anche se poi, magari per caratteristiche fisiche o tecniche, in alcune situazioni potevano andare in difficoltà.

Quel che è certo è che non c’è una formula universale, una panacea per tutti i mali difensivi. Credo che nessuno meglio dell’allenatore, il quale ‘vive’ la squadra tutti i giorni, possa fare la scelta più opportuna. Se Ranieri marca a zona è perché reputa che quello sia il male minore, e che possa ottenere migliori risultati adottando quel sistema.”

Sabato il Cagliari è atteso dalla trasferta del “Bentegodi” contro il Verona, uno snodo cruciale del suo campionato. Gli scaligeri, reduci dall’ottima prova di Firenze, cercheranno sicuramente di “aggredire” i tre punti. Se lei fosse nei panni di Ranieri come se la giocherebbe?

 “Il Verona ha il suo punto di forza nel ritmo, nell’intensità e nell’aggressività che mette in campo nel corpo a corpo con gli avversari. Non ha grandissima qualità tecnica. È vero che ha giocato molto bene a Firenze, ma la squadra viola viene sempre a prenderti molto alta e, di conseguenza, ti concede tanti spazi. Sabato la chiave tattica tra i gialloblù e il Cagliari sarà decisamente diversa: entrambe le squadre non possono permettersi passi falsi. Lungi da me la pretesa di dare consigli a un tecnico come Ranieri, che studia sempre un piano gara accurato ma poi è bravissimo a cambiarlo in corso d’opera. I sardi, tra l’altro, a mio parere hanno una rosa – rispetto alle altre pretendenti alla salvezza – leggermente superiore. Anche sotto il profilo dell’abbondanza e della varietà di soluzioni adottabili.

Vedo comunque un Verona propositivo e determinato a cogliere i tre punti, anche perché in classifica si trova dietro al Cagliari. I veneti, fin dal primo minuto, oseranno qualcosa di più. I rossoblù faranno la solita partita attenta e accorta, cercando di concedere pochi spazi ma senza disdegnare qualche puntata offensiva, con l’obiettivo di colpire al momento giusto.”

Una curiosità personale: dal punto di vista del gioco corale, del fraseggio, della brillantezza della manovra il Cagliari ha ancora ampi margini di miglioramento? L’undici di Ranieri non ha ancora mostrato, insomma, il suo calcio migliore?

“È indiscutibile che qualsiasi squadra, col passare delle giornate, sia destinata a fare dei miglioramenti e dei passi in avanti a livello individuale e collettivo. Allo stesso tempo, credo che la cosa più importante e urgente sia ottenere dei risultati positivi. Poi, nel momento in cui il Cagliari dovesse collezionare una serie di successi e insediarsi in una posizione di classifica un po’ più tranquilla, a quel punto magari potrà vedersi un calcio diverso, più brillante e fraseggiato e con un maggiore possesso palla. Anche grazie a una serenità mentale che ora come ora, in piena bagarre salvezza, non può esserci.”


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