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ESCLUSIVA TC - JEDA: "Napoli-Cagliari è una sfida per cuori forti. La vedo più complicata per i partenopei: i sardi dovranno fare la loro gara, con un pizzico di prudenza. Il gioco di squadra dei rossoblù potrebbe fare la differenza"

di Matteo Bordiga

Lui di sfide al Napoli se ne intende. Ne ha giocate di epiche, di rocambolesche, di indimenticabili: una su tutte quella del gennaio 2008, quando al Sant’Elia i rossoblù ribaltarono gli azzurri nel recupero e lanciarono la clamorosa rimonta salvezza sotto la guida di Ballardini.  

Jedaias Capucho Neves, in arte Jeda, è stato tra i protagonisti di uno degli ultimi “super Cagliari” della storia recente. Assieme a Lazzari, Matri, Acquafresca, Cossu, Conti e tanti altri divertiva e faceva sognare i tifosi, fino a toccare con mano – a febbraio 2010 – una chimera chiamata quarto posto e piazzamento in Champions League.

Oggi Jeda fa il punto a poche ore da Napoli-Cagliari, una gara “molto delicata soprattutto per i padroni di casa”.

Jeda, i rossoblù vengono da una rimonta fantascientifica contro il Sassuolo, i partenopei da un successo in Champions League ma da due pesanti sconfitte consecutive in campionato. Che partita sarà?

“Sicuramente una sfida spettacolare, come tradizionalmente sono gli scontri tra Napoli e Cagliari. Una sfida per cuori forti. Per i sardi la vittoria col Sassuolo è stata una bella boccata d’ossigeno, e ha consentito di trascinare proprio i neroverdi, a tutti gli effetti, nella lotta per la salvezza. Ora sarebbe importante dare continuità a quel risultato, anche solo con un pareggio al ‘Maradona’. Certo, il Cagliari si troverà davanti un Napoli arrabbiato e avvelenato, che non è ancora riuscito a dare una sterzata alla sua stagione nemmeno col cambio di allenatore. Gli azzurri cercheranno di vincere a tutti i costi, soprattutto davanti al loro pubblico: fino a questo momento in casa hanno avuto più difficoltà che in trasferta. Tutto l’ambiente napoletano si aspetta una svolta. Ma credo che, proprio per la pesantezza di questi tre punti, la gara sia più delicata e complicata per i partenopei che per gli uomini di Ranieri. Il Cagliari dovrà pensare a fare la sua partita con serenità, premesso che ovviamente ha obiettivi diversi da quelli dell’undici di Mazzarri. Finora con le dirette concorrenti per la salvezza se l’è cavata bene, e questa è la cosa più importante. Ma sappiamo tutti quanto sia sentita in Sardegna la sfida al Napoli…”

Ranieri schiererà quasi certamente, come fa ormai d’abitudine su qualsiasi campo, un trequartista dietro alle due punte. Secondo lei sarebbe meglio pressare gli azzurri nella loro metà campo e aggredirli alti, per togliergli il palleggio, o aspettarli e ripartire ribattendo colpo su colpo, considerando che negli spazi aperti la loro retroguardia soffre parecchio?

“Il Napoli sicuramente cercherà di comandare il match fin dall’inizio. Il Cagliari non dovrà limitarsi ad aspettare passivamente gli avversari, ma sarà fondamentale saper leggere tatticamente la partita. Io non credo che i rossoblù debbano concedere ampi spazi a Osimhen e compagni, perché così farebbero il loro gioco: Mazzarri dispone, in attacco, di uomini non solo tecnici, ma anche molto veloci. Imposterei una gara accorta, naturalmente senza rinunciare a giocare a calcio. Ma un pizzico di prudenza in questi casi non guasta. Sarà cruciale resistere nei primi minuti a quello che verosimilmente sarà l’assalto iniziale dei padroni di casa.

Comunque il Napoli l’anno scorso, con Spalletti, aggrediva ferocemente gli avversari, non gli dava respiro e, in più, palleggiava molto bene. Quest’anno ha perso qualcosa proprio dal punto di vista dell’aggressività, pur rimanendo una squadra decisamente tecnica. Dossena e compagni dovranno sforzarsi di non subire il gioco dei partenopei.”

A suo parere, quale giocatore del Cagliari potrebbe risultare decisivo in questa sfida e perché?

“Per quello che ho visto ultimamente, ciò che può fare davvero la differenza per i rossoblù è il gioco di squadra. Se dovessi proprio indicare un uomo sceglierei Luvumbo, che sa creare scompiglio tra i difensori ed è tanto agile e rapido negli spazi stretti quanto pericoloso negli spazi larghi, grazie alla sua grande velocità.

Ma sarà fondamentale soprattutto quella voglia, quella cattiveria agonistica che i sardi hanno spesso messo in campo nelle loro recenti prestazioni. E, aggiungo, potrebbe rivelarsi importantissimo il lavoro degli attaccanti: abbiamo visto che sia chi ha giocato dall’inizio che – in particolar modo – chi è subentrato a partita in corso ha fornito un contributo determinante alla causa. E Ranieri, dalla cintola in su, ha l’imbarazzo della scelta.”


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