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ESCLUSIVA TC - IVAN ZAZZARONI: "Il Bari al San Nicola ha speculato sul pareggio e ha messo il Cagliari nelle condizioni di colpire. Gabbiadini sarebbe un buon investimento per la serie A"

di Matteo Bordiga

Un Ranieri che ha “fatto chiarezza” e rimesso le cose a posto, a fronte di un Liverani che, forse, “non era nella condizioni ideali per poter lavorare serenamente”. E un Cagliari che si è conquistato la promozione con merito, strappandola per il rotto della cuffia proprio all’ultimo minuto, a fronte di un Bari che, “dopo aver furoreggiato all’Unipol Domus, ha completamente sbagliato atteggiamento al ritorno, commettendo l’errore di speculare sul risultato e compromettendo così il suo ritorno in massima serie”.

Sono le chiavi di lettura offerte da Ivan Zazzaroni, giornalista, opinionista e direttore del Corriere dello Sport - Stadio, che ha seguito i playoff con attenzione e, accanto ai meriti del Cagliari, non esita a rimarcare le ingenuità e le manchevolezze dei pugliesi, che si sono visti sfuggire la serie A a un soffio dal traguardo.

Ivan, come spiega la radicale differenza di rendimento tra il Cagliari di Liverani e quello di Ranieri, partendo dal presupposto che gli uomini a disposizione dei due tecnici erano più o meno gli stessi?

“Liverani ha vissuto dei momenti estremamente delicati, e non solo dal punto di vista familiare. Credo che nel periodo della sua gestione a Cagliari ci fossero delle divergenze su più questioni, a partire dai collaboratori stretti per arrivare ad altri aspetti legati alla sfera di competenza dell’allenatore. Probabilmente non si è trovato nelle condizioni ideali per lavorare e per far esprimere alla squadra il suo calcio. Per quanto riguarda Ranieri, è ovvio che si tratti di un tecnico di caratura internazionale e dall’esperienza pluritrentennale, che ha messo a disposizione del Cagliari le sue conoscenze e la sua tranquillità. Ha fatto chiarezza, perché ha la credibilità per farlo, ha ripristinato determinati equilibri, ha isolato la squadra godendo della fiducia incondizionata del presidente e ha rimesso in sesto una stagione che sembrava compromessa.”

Veniamo alle gare dei playoff. Che impressione le ha fatto la doppia finale col Bari? Quale la prospettiva attraverso cui leggere un confronto che si è risolto solo al 94’ del match del San Nicola?

“Io credo che il Bari abbia sfoderato una grande prestazione a Cagliari, dove avrebbe meritato senz’altro di vincere. In quell’occasione è stato decisivo Radunovic, che ha fatto parate sensazionali. Al ritorno i biancorossi hanno commesso l’errore esiziale di giocare abbottonati e trattenuti in difesa dello 0-0, mettendo così il Cagliari nelle condizioni di colpire. Poi il calcio è insondabile, e l’episodio decisivo è arrivato a fil di sirena. Ma il Bari ha interpretato male la seconda partita e ha favorito il colpaccio dei sardi.”

Il Cagliari potrebbe avere approcciato in maniera più lucida e brillante la gara del San Nicola anche in ragione del fatto che, potendo solo vincere, era magari più libero mentalmente?

“Non credo che fosse tanto libero mentalmente. Addosso aveva la pressione di dover vincere a tutti i costi, di dover segnare davanti a sessantamila persone di fede biancorossa. Non so quanto abbia potuto approcciare la partita con leggerezza e spensieratezza, in queste condizioni. Ad ogni modo, ripeto: impossibile non sottolineare la gestione sbagliata della gara da parte del Bari, che di fatto è costata ai pugliesi la serie A.”

Ivan, un parere sul futuro del Cagliari. Questa rosa si affaccia al massimo campionato con quali prospettive? Sarà necessario modificarla sostanzialmente per adeguarla alla categoria oppure basteranno dei piccoli ritocchi?

“Dipende anche da che tipo di serie A troverà il Cagliari, a livello qualitativo. Dal decimo posto in giù i valori, francamente, non sono elevatissimi. Per cui non credo che serva fare rivoluzioni copernicane: bisognerà lavorare soprattutto sui giovani e stabilire con chiarezza a quale obiettivo concreto puntare. Una cosa è certa: i grandi investimenti quest’anno non li farà nessuno. Poi possono arrivare due, quattro o dieci giocatori: non conta il numero, conta la qualità dei nuovi innesti.

Ci sono in giro delle voci che portano a Gabbiadini: lui può essere una soluzione interessante. Sa giocare a calcio, ha esperienza e Ranieri lo conosce bene. Del resto, di certo Gabbia in serie B non ce lo vedo. È vero che in passato è stato tormentato dagli infortuni, ma nell’ultima stagione è rimasto pressoché integro e, tutto sommato, è stato uno degli elementi più positivi nell’annata non certo felice della Sampdoria”.


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