.

ESCLUSIVA TC - GIORGIO MELIS: "A Venezia inspiegabile la trasformazione in negativo del Cagliari tra primo e secondo tempo. Dobbiamo rivedere qualcosa nel nostro approccio e nel piano-partita. Meglio osare di più per non avere poi rimpianti"

di Matteo Bordiga

Giorgio Melis, ex calciatore e anche ex tecnico del Cagliari, come tanti tifosi sardi è rimasto sconcertato dalla prestazione dell’undici di Nicola nella prima metà del secondo tempo contro il Venezia: in quei venticinque minuti i rossoblù – dopo un primo tempo in cui avevano fatto registrare un netto predominio territoriale – sono stati letteralmente surclassati dai lagunari.

Giorgio, come si può commentare una sconfitta, pesante e in buona parte anche meritata, come quella di Venezia?

“La gara ha avuto un andamento davvero strano. Nel primo tempo, pur dominando letteralmente la partita, siamo andati sotto. Nella ripresa mi aspettavo una reazione forte, che portasse al pareggio o, magari, anche alla vittoria. Invece siamo rientrati dagli spogliatoi trasformati… in negativo. Non sembravamo nemmeno la stessa squadra del primo tempo. In quel frangente abbiamo completamente sbagliato l’approccio: ci hanno pressato, siamo andati in affanno e non siamo più riusciti a mettere insieme due passaggi di fila.

Nel finale avremmo anche potuto pareggiare i conti, ma resta il fatto che l’approccio sbagliato in avvio di ripresa è qualcosa di difficilmente spiegabile. E adesso siamo ripiombati in piena zona retrocessione.”

Qual è secondo lei il vero, atavico problema di questa squadra? Quattro sconfitte consecutive – Coppa Italia compresa – non vengono certo per caso…

“In questo momento i nostri cali di concentrazione lasciano molto perplessi. Con l’Atalanta avevamo fatto un partitone e, certamente, avremmo meritato un altro risultato. Ma col Venezia la squadra è stata come dr. Jekyll e Mister Hyde: ha cambiato completamente pelle fra primo e secondo tempo. Ora occorre fare nuovamente quadrato: specchiarsi troppo non serve a niente. Dobbiamo tornare a essere pratici ed essenziali.”

Il Cagliari al “Penzo” nel primo tempo ha tenuto in mano il pallino del gioco ma, a parte il colpo di testa di Mina parato fortunosamente da Stankovic, non ha quasi mai tirato in porta. Non sarebbe il caso, a suo avviso, di iniziare qualche volta la partita con un trequartista e due punte, anziché puntare sempre su questo 3-5-1-1 che rafforza il centrocampo ma, di fatto, inaridisce il gioco offensivo della squadra?

“Qualche volta in passato abbiamo schierato le due punte fin dal primo minuto. In effetti non serve difendersi a oltranza, perché prima o poi il gol lo incassi. Ovviamente bisogna sempre mantenere un certo equilibrio, ma se proprio si deve perdere conviene rischiare qualcosa in più e poter dire, a fine gara, di essersela giocata fino in fondo. Dobbiamo rivedere il nostro atteggiamento e, più in generale, il nostro piano-partita. D’altro canto io ho molta fiducia in Nicola, che è un tecnico preparatissimo e abituato a lottare per la salvezza. Secondo me è la persona giusta per tirarci fuori da questa situazione.

Tra i giocatori a Venezia ho visto molto male Adopo, che ha sbagliato tantissimo. E anche Deiola ha commesso qualche errore di troppo. Avrei puntato prima su Marin, un centrocampista di qualità che, tra l’altro, Nicola conosce benissimo visto che lo aveva allenato anche a Empoli. Con l’Inter mi aspetto un Cagliari più coraggioso: non avendo granché da perdere non dovrà lasciare niente di intentato per provare a portare a casa qualche punto.”


Altre notizie
PUBBLICITÀ