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ESCLUSIVA TC - FABIO LIVERANI: "A Cagliari ho ottimi ricordi: auguro tutto il bene possibile alla piazza e alla società. I rossoblù lotteranno fino alla fine per salvarsi: quest'anno la battaglia sarà lunga ed estesa a tante squadre"

di Matteo Bordiga

In campo era un metronomo preciso e chirurgico, abile sia nella prima impostazione che nell’imbeccare in profondità gli attaccanti. In più non gli mancava una certa predisposizione a trovare la via del gol, grazie ai suoi inserimenti e a un piede estremamente sensibile ed educato.

Nella sua successiva carriera di allenatore si è seduto su diverse panchine, maturando - tra le altre - importanti esperienze a Lecce, Parma e Cagliari. In rossoblù la sua avventura da tecnico non è stata particolarmente fortunata, ma Fabio Liverani (che in passato, da giovanissimo, era stato anche uno dei pilastri del centrocampo della primavera cagliaritana) serba ancora un ottimo ricordo dell’Isola e del pubblico sardo.

Fabio, come vede questo campionato di serie A che, dopo sette giornate ricche di sorprese e di colpi di scena, non sembra ancora avere un vero e proprio padrone?

“A mio parere l’Inter, dal punto di vista della qualità e della profondità dell’organico, rimane la squadra più forte. Però il Napoli, potendo contare su un grande allenatore e avendo un unico impegno settimanale, ha grandi possibilità di vincere lo scudetto. Un po’ staccata da queste due vedo la Juventus: non credo che i bianconeri abbiano un potenziale offensivo tale da poter mantenere un livello molto elevato sia in Champions League che in campionato.”

Per la lotta a un posto in Champions vede favorite le solite note - l’Inter, il Napoli, la Juve, il Milan e l’Atalanta – oppure ritiene possibile l’intromissione di qualche “outsider” dalle retrovie?

“Io penso che quest’anno l’exploit del Bologna non si ripeterà. Il discorso-Champions resterà un affare di quelle squadre che ha appena nominato lei. Se qualcuno poi dovesse balbettare o incontrare difficoltà inaspettate, le più accreditate a inserirsi nella lotta sarebbero le due romane.”

La Lazio di Baroni è partita molto bene, per certi versi contro le aspettative di inizio stagione dopo l’apparente “ridimensionamento” della rosa operato in estate dalla società. La Roma, al contrario, ha già vissuto un cambio di allenatore e, anche con Juric in sella, stenta a trovare equilibrio e continuità di risultati.

“La Lazio è una delle sorprese più piacevoli di inizio campionato: l’entusiasmo che si respira all’interno della squadra sta contagiando la piazza, e potrebbe dare ancora più slancio e convinzione ai biancocelesti. Baroni può contare su giocatori che coniugano forza fisica e qualità tecnica. Però, come del resto per la stessa Roma, c’è l’incognita del doppio impegno settimanale. Credo che dovremo aspettare febbraio o marzo per farci un’idea più precisa circa il cammino che potranno compiere le due romane. Al contrario del Napoli, che come dicevo è favorito dal calendario più ‘sgombro’. Secondo me i partenopei non falliranno quasi mai contro le squadre medio-piccole, avendo tempo per preparare al meglio ogni singola partita. Saranno dunque gli scontri diretti a determinare il loro destino, ma Di Lorenzo e compagni partono da una situazione di indubbio vantaggio rispetto alle concorrenti per il tricolore.”

Anche la lotta per evitare la retrocessione si preannuncia incerta e appassionante. Vi sono tante compagini coinvolte, ma tutte sembrano agguerrite e bene attrezzate. E le neopromosse Como e Parma hanno alzato il livello della competizione.

“Como e Parma hanno un po’ cambiato l’inerzia e le gerarchie della lotta per la salvezza. Una volta le neopromosse erano quelle che soffrivano di più. Oggi Como e Parma, l’una con una campagna acquisti importante e l’altra con un progetto tecnico valido e lungimirante, si candidano a rivestire un ruolo da protagoniste anche in serie A.

La bagarre coinvolgerà sette-otto squadre. Al momento Empoli e Udinese sembrano fuori dalla mischia, ma la storia ci insegna che il percorso verso la salvezza è lungo e irto di imprevisti. Quest’anno la lotta sarà estesa a parecchie formazioni, anche perché tutte si sono rinforzate e vogliono mantenere la categoria ad ogni costo.”

Fabio, lei nel 2022 ha allenato il Cagliari. Come vede attualmente la squadra rossoblù, che tra qualche inciampo e alcuni accorgimenti tattici sembra aver trovato una certa continuità di rendimento dopo la bella vittoria di Parma e il pareggio esterno contro la Juventus?

“Credo che il Cagliari abbia mantenuto quasi totalmente la struttura di base dell’anno scorso, e questo è un vantaggio nella gestione interna del gruppo. Non è partito bene, certo, ma la partita che ha chiaramente sbagliato è stata in primis quella con l’Empoli. Successivamente la vittoria di Parma e il pari con la Juve hanno rimesso i rossoblù in carreggiata in ottica salvezza. La dimensione di Luperto e compagni è questa: dovranno tribolare fino in fondo per raggiungere il loro obiettivo. Del resto difficilmente, a mio parere, qualcuna delle sette-otto squadre in lotta per conservare la categoria condurrà un campionato tranquillo. Tutte combatteranno strenuamente e tutte attraverseranno momenti positivi e periodi più complicati. Chi sarà più forte nelle difficoltà taglierà per prima il traguardo.”

Che ricordi conserva della sua esperienza a Cagliari, prima da calciatore – quando era ancora un talento in erba – e poi da allenatore?

“Riguardo l’avventura da allenatore, anche se non è finita benissimo mantengo un ottimo ricordo dell’ambiente e dei ragazzi che hanno lavorato con me. Cagliari è una piazza alla quale non posso fare altro che augurare tutto il bene possibile, auspicio che rivolgo anche al presidente e a tutti i membri dello staff.”


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