.

Cellino: "Sono pronto a cedere il Cagliari"

di Nicola Atzori
Fonte: Corriere dello Sport

E' un Massimo Cellino amaro, di quelli che non vorresti sentire, quello che ha parlato al Corriere dello Sport: "Giochiamo in uno stadio che sta crollando. E con pochissimi posti per i tifosi. Abbiamo fatto i lavori per gli altri settori, non ci fanno aprire. Dopo un anno e mezzo, il Cagliari è ancora senza casa. Come posso andare avanti? Anche in serie D stanno meglio di noi. Non posso più motivare i giocatori a restare a Cagliari. Ho tanti difetti ma non sono disonesto e non voglio illudere nessuno. In questa situazione, il Cagliari è destinato ad abbandonare la serie A. E se retrocede, è un disastro. Non si rialza più".

Per il patròn, il motivo di tale situazione è ben chiaro: "Non intendo accusare un soggetto in particolare. La colpa è della politica, che si è infiltrata dappertutto e rende impossibile ogni investimento. Ad Elmas siamo pronti, abbiamo comprato il terreno e completato il progetto. Ma non ci danno i permessi. La realtà è che ai politici fa comodo tenere le cose così come sono, e pure alla federazione, perché lasciare gli stadi ai privati compromette certi giochi di potere. Si stanno impegnando per distruggere il calcio. Avete visto la questione scommesse, le curve chiuse? Io sto dalla parte dei calciatori, che per la grande maggioranza sono professionisti esemplari, e della gente comune. Si fa il massimo per ammazzare il bello dello sport". Anche sul mercato Cellino è ben poco rassicurante: "Nainggolan? Se dovessi pensare ai soldi, come qualcuno crede, lo cederei all’estero. Invece, visto il valore del giocatore, vorrei che rimanesse in Italia: alla Juventus, visto che Marotta me lo ha chiesto per primo, o al Milan, dove c’è un amico come Galliani. Astori? La sua posizione è un po’ diversa. Immagino che finirà in Russia o in Inghilterra".

Chiusura triste, sconsolata, quella del presidente: "Sono abbattuto, non credo più a niente. Mi manca l’entusiasmo. Non ci sono prospettive per uno sviluppo. Se qualcuno ha competenza e incoscienza per prendere il Cagliari al posto mio, sono disposto a cederlo in cinque minuti. Io ho provato a far crescere questo club perché rappresentasse la Sardegna. Avrei sperato nell’aiuto delle istituzioni, nell’interesse comune. Invece non siamo riusciti ad andare d’accordo. Sarà stata anche colpa mia, chi lo sa. Comunque è pazzesco. A me lo stadio non lo faranno fare mai, un imprenditore di successo a Cagliari disturba. Magari un altro sarebbe più fortunato".


Altre notizie
PUBBLICITÀ