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Vittorio Sanna: "Il Cagliari, contro la Fiorentina, non può permettersi certi errori"

di Giorgia Zuddas

Nel suo ultimo video pubblicato su YouTube, il giornalista Vittorio Sanna ha analizzato il passaggio del turno del Cagliari in Coppa Italia contro l'Entella, arrivato solo ai calci di rigore. Un'occasione, secondo Sanna, per riflettere sui segnali di crescita della squadra, sulle individualità emerse e sugli aspetti da migliorare in vista della stagione. Di seguito, un estratto del suo intervento, riportato in forma sintetica da TuttoCagliari.net:

"In un percorso di crescita, la prima valutazione che va fatta in assoluto è: quanto ho imparato rispetto a ieri? Quali sono le nuove indicazioni arrivate dal match, che poi si è chiuso con il passaggio del turno contro l'Entella solo ai calci di rigore, malgrado ci fossero tutti i contenuti per chiuderla nei 90 minuti? Cioè: cosa ho imparato di nuovo? In che cosa sono cresciuto? Le indicazione che abbiamo avuto è quella che arriva dai giocatori che ancora non avevamo visto: da Folorunsho, ad esempio; la voglia di Kılıçsoy quando è entrato in campo; la stessa capacità di Sebastiano Esposito di entrare immediatamente con grande determinazione nella partita; la conferma del coraggio di Adopo nel giocare la palla in verticale; l’efficienza e l’efficacia di Roberto Piccoli quando gli capita una palla e mezza durante la partita. (...)

Una considerazione in assoluto è che l’attacco del Cagliari, in questo momento, è un attacco che dà garanzie, che soddisfa tutti, che accontenta tutti. Prima avevamo anche questo aspetto che non andava bene. E, se è vero che dobbiamo aspettare la crescita della squadra, questo basterebbe a giustificare la partita e a capire che, step by step, bisogna andare avanti verso un progresso continuo. Che cosa è andato male? In fin dei conti, il ritmo della partita: ancora il centrocampo non riesce a esserne padrone. Affida la difesa e il pallone, si gioca troppo all’indietro, si fanno i passaggi facili invece che osare magari una giocata in più. (...) Quindi non è tutto da buttare, anzi, non c’è niente da buttare di quello che è avvenuto, perché anche gli errori finiscono per essere motivo di crescita. Sapere che, a un certo punto della partita, tu devi essere determinato a chiuderla e devi essere concentrato al massimo: non ti puoi lasciare andare a nessun tipo di concessione. Non basta essere bravo per 89 minuti: lo devi essere per 90. In Serie A ancora di più: abbiamo sofferto contro l’Entella, immaginate se dovesse capitare con una squadra come la Fiorentina".


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