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Sanna: "Il Cagliari dovrebbe seguire il modello Atalanta per crescere nel tempo"

di Paola Pascalis

Vittorio Sanna ha presentato l'Atalanta, avversaria del Cagliari sabato alla Domus, sul suo canale YouTube: "Dieci anni per passare dalla lotta retrocessione alla lotta scudetto. L'Atalanta, al primo posto in classifica, è addirittura una delle squadre internazionali in questo momento più temute per il tipo di gioco che svolge. Si chiama Atalanta ed è una Dea la squadra che dovremmo affrontare sabato pomeriggio alle 15:00: inutile dire che attualmente  è certamente la squadra più pericolosa di questo campionato, quella più difficile da affrontare quella che non ti dà assolutamente tante possibilità se non giocare per te stesso e tentare di fare il massimo, sperando che dall'altra parte non riescano a fare il gioco che tenteranno di fare. I bergamaschi hanno una politica fondata soprattutto su due elementi: il settore giovanile che viene valorizzato direttamente in prima squadra e poi la cessione anche dei gioielli migliori. Il progetto è un progetto che va avanti in continuità con lo stesso allenatore, Gasperini, che sarà anche antipatico, ma ha dimostrato negli anni di essere efficace anche nei ricambi, anche quando sono venuti a mancare giocatori importanti ad esempio Papu Gomez e lo stesso Zapata. I calciatori, quando sono andati via poi sono stati rimpiazzati da calciatori diversi, ma integrati perfettamente in quello che è il meccanismo di squadra: un esempio da seguire. Il Cagliari, in qualche modo, ha tratto qualche beneficio da quello che è il lavoro della squadra bergamasca perché al suo interno ha quattro giocatori che ne hanno fatto parte. Tutti giocatori in grado di interpretare il calcio e lo sport con lo spirito di sacrificio, con l'idea che devono sempre crescere con il dovuto impegno, cioè con una cultura dello sport che è quella che deve essere trasferita un po' anche al nostro Cagliari. Mancano ancora alcuni dettagli manca avere un progetto che potrà essere portato a termine un domani e bisogna creare il ponte tra la prima squadra e il settore giovanile, facendo in modo che i giocatori possano sentire l'odore del campo anche nella prima squadra e possono quindi sperare di poter esordire direttamente con la squadra rossoblù. Ci deve essere anche l'idea di non dover sacrificare immediatamente i giocatori più importanti: sono tanti i dettagli che nascono soprattutto all'interno della società, nella mentalità della società, per poi trasferirsi gradualmente nel campo passando per il comando tecnico, per la parte tecnica con cui devi condividere la filosofia. Ecco, l'Atalanta è questa e confrontarsi con l'Atalanta vuol dire in questo momento confrontarsi con il calcio che forse dovremmo tentare anche di imitare perché imitare le cose buone non è affatto una vergogna, anzi è la chiave del successo perché se tu fai le cose che altri hanno scoperto e le fai tue ecco che anche tu cresci".


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