Berry: "Torino? Le partite con Cagliari, Verona e Udinese sono fondamentali e non puoi sbagliarle"
Il comico e presentatore televisivo Marco Berry, ha parlato della sfida di sabato pomeriggio tra Cagliari e Torino, ai microfoni di TorinoGranata.it:
"Cosa mi aspetto dalle prossime tre gare? Sono tre partite da vincere, punto. Devi entrare in campo e “massacrare” sportivamente l’avversario con la rabbia, la cattiveria e la fame, sapendo che dopo all’inizio del girone di ritorno avrai partite dove perderai una valanga di punti perché affronterai l’Atalanta e la Roma, non conta averle battute all’andata così come il Napoli. Le tre partite con Cagliari, Verona e Udinese sono fondamentali e non puoi sbagliarle. Con il Sassuolo abbiamo vinto 1-0 su rigore. E’ vero che le statistiche dicono che abbiamo tirato tante volte in porta, però la realtà è che abbiamo fatto solo un gol e su rigore. Bisogna sapere che nelle prossime tre partite incontreremo squadre agguerrite. Gli avversari non pensano che il Toro ha bisogno di punti, ma che ne hanno bisogno loro e di certo non ci regaleranno niente. Ecco perché quelle sono partite in cui devi vincere. L'atteggiamento è fondamentale: entro in campo e lotto come un pazzo perché ho 90 minuti per dimostrare che quella maglia che indosso mi interessa. Altrimenti che cambino squadra perché non sono giocatori da Toro. Ti dico sono tutti ragazzi di vent'anni, ventitré o ventiquattro più qualcuno che ha qualche anno in più e quando non c'è la società, quando non senti il peso della società, ed accadeva fino a ieri prima dell’arrivo di Petracchi, non vai in campo e dai tutto. Anche il settore giovanile è fondamentale per avere risposte dai giocatori della prima squadra che entrano in campo perché è dalla percezione che hanno di quanto la società sia interessata al vivaio che si forma l’idea di quanto sia interessata alla costruzione della squadra. Se tu senti che il settore giovanile non c'è più, che è stato distrutto, che non interessa percepisci che anche l’interesse verso la prima squadra finisce per essere quello. E quindi poi in campo fai il minimo indispensabile”.