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Cagliari, Mina si racconta: "Ranieri straordinario, ha fatto tanto per me. Nicola molto ambizioso"

di Vittorio Arba

Yerry Mina, difensore del Cagliari, ha rilasciato un'intervista ai microfoni dei canali della Lega Serie A. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: 

"Quando ero ragazzo, ero molto timido e preferivo stare sempre a casa.
Penso di essere cambiato mentalmente da quando ho ricevuto un'opportunità importante: il dono di poter aiutare la mia famiglia. Fu allora che mi resi conto che Gesù Cristo mi aveva fatto un regalo prezioso.

Questa consapevolezza mi ha spinto a voler sostenere non solo i miei cari, ma anche gli amici e il villaggio dove sono cresciuto. L’idea è nata un giorno, mentre ero con mio padre a Bogotà. Abbiamo sempre cercato di aiutare gli altri, ma volevamo trovare un modo più concreto per lasciare un segno.

Così è nata la Fondazione Yerry Mina. La nostra missione è insegnare ai bambini valori fondamentali e guidarli nelle loro scelte di vita, in modo che un giorno possano diventare calciatori, ingegneri, medici o professionisti in altri campi. Attraverso il calcio, la musica e la danza, abbiamo un impatto sulla vita di tante persone, aiutandole a trovare una strada per uscire da situazioni difficili e migliorare il futuro delle loro famiglie.

Parlando di calcio, devo molto a Claudio Ranieri. È davvero un grande uomo. Mandategli sempre messaggi pieni di gratitudine, perché ha fatto tanto per me. Quando sono arrivato in squadra, ero in un brutto periodo: non stavo giocando, ero fuori forma, e la mia fiducia era a terra. Lui mi ha accolto, mettendomi un braccio intorno alle spalle, e mi ha preso sotto la sua ala protettrice. Non c’è nessuno come lui.

Ranieri è un allenatore straordinario e una persona da cui ho imparato moltissimo. Ora con David, il nostro nuovo allenatore, sto imparando cose nuove. Ha un approccio diverso, ma è altrettanto ambizioso, con una mentalità vincente. Questo è ciò che mi piace di lui: indipendentemente dai risultati, lavora sempre sodo e spinge tutti a dare il massimo.

Ricordo che, il giorno in cui sono arrivato, mi disse: “Anche se i risultati non arrivano subito, con il duro lavoro cambieremo le cose e i gol arriveranno.” Queste parole mi hanno colpito, e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo da lui. Spero di raggiungere traguardi importanti con lui e con questa squadra.

Quando mi sono unito al club, sono rimasto impressionato dai miei compagni di squadra, in particolare da Nicola Viola e Gianluca Lapadula. Avevo già affrontato Lapadula a livello internazionale, ma vederlo lavorare ogni giorno, con il suo atteggiamento positivo e la dedizione, è davvero fonte di ispirazione. È raro trovare persone così: sempre pronte a dare il massimo senza lasciarsi sopraffare dalla rabbia. È un piacere e un orgoglio condividere il campo con loro.

C’è stato un episodio particolare che mi ha fatto sorridere. Durante una partita (Cagliari-Juventus della scorsa stagione ndr), il mister mi aveva assegnato il compito di tirare un calcio di rigore. Ma prima che potessi andare sul dischetto, Gianluca Gaetano si avvicinò e mi disse: “Lasciamelo tirare, mia figlia sta guardando, anche la mia famiglia è qui.”

Gli risposi: “Va bene, ma se sbagli, non succederà più!” Fortunatamente segnò. Quando poi ci fu un secondo rigore, provò di nuovo a chiedermelo, ma gli dissi scherzando: “Aspetta un attimo, ne basta uno!”

È stato un momento speciale, pieno di comprensione reciproca. Alla fine, l’importante è stato segnare entrambi i rigori e contribuire al risultato positivo della squadra".


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