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Otto partire per trovare la quadra ma ora i tifosi aspettano il vero Cagliari. Ranieri è chiamato a far cambiare passo ai suoi

di Giuseppe Amisani

di Giuseppe Amisani

Sarà fondamentale lavorare sulla testa. Perché se uno spiraglio per uscire da questa crisi che dura da due mesi c'è, lo si deve andare a cercare nelle motivazioni di una squadra che contro la Roma è apparsa spenta. Senza idee, senza coraggio e soprattutto senza grinta. A parte il solito Nandez che non si è mai fermato e che è riuscito, seppure dal dischetto e con una marcatura inutile ai fini del risultato, a centrare il suo primo gol stagionale. Il Cagliari deve riordinare le idee. Al netto di infortuni, partenze per le varie nazionali e giustificazioni che Claudio Ranieri ha dato alla sua squadra. Assumendosi sempre le colpe di quanto stava accadendo. Ma ora è arrivato il momento che ognuno faccia la sua parte ed inizi a prendere la sua dose di responsabilità. E colpe.

Il tecnico romano ci sta provando ma non tutto sembra girare dalla sua parte. D'accordo, non ha mai avuto a disposizione l'intero organico e soprattutto in attacco le scelte sono state sempre obbligate. Però anche qualche scelta, a due mesi dal via, non sembra troppo azzeccata. I due centrali difensivi, ad esempio, non danno grandi rassicurazioni al reparto né alla squadra. E se è vero che avranno bisogno di tempo per entrare nell'ottica del campionato italiano, c'è da chiedersi se riusciranno a farlo prima che tifosi e società perdano la pazienza. Mettere in discussione ora l'allenatore sarebbe sbagliato, oltre che un giochino rischioso, ma se la musica non cambiasse, andrebbero presi provvedimenti. E quello più frequente è sempre stato, non solo alle nostre latitudini, il siluramento del tecnico di turno. Ranieri resta saldo al suo posto e questa è una buona notizia. Lo ha confermato il club attraverso le parole di Nereo Bonato che dopo il pesante 1-4 subito dalla Roma, ha parlato in sala stampa alla Unipol Domus.

“Servirà dare qualcosa in più” è stata la frase più ricorrente. Prima pronunciata dallo stesso tecnico e poi dal DS. Ma resta da capire se tutti gli elementi della rosa siano in grado di farlo. Il collante resta sempre Ranieri ma se si continuasse di questo passo, anche lo spogliatoio rischierebbe di sgretolarsi. Così come ha fatto la squadra in campo domenica pomeriggio. Perché dopo il micidiale uno-due giallorosso, si è vista solo tanta confusione e parecchia paura. Segno evidente sono stati gli errori tecnici commessi in tutte le zone del campo. Così come quella mancanza di grinta di una squadra che è sembrata completamente spaesata. La sosta, in questo contesto, sembra arrivare proprio al momento giusto. Perché serve ridare coraggio un po' a tutti. A cominciare da Radunovic che in pochi mesi non può essersi tramutato da eroe della promozione a totale colpevole delle mancanza rossoblù. E soprattutto non può essere messo in discussione ogni volta che sbaglia. Il ruolo è delicato, lo si sa. Per questo o lo si lascia tranquillo, correndo il rischio che sbaglierà ancora, così come sbagliano tutti. Oppure si va a cercare un altro estremo difensore di esperienza e qualità. E anche in tutti gli altri ruoli, sembra arrivato il momento di fare maggiore chiarezza. Avere un Cagliari camaleontico e senza titolari inamovibili può essere un'ottima idea. A patto che la squadra riesca a gestire i frequenti cambiamenti. Soprattutto a livello psicologico. Altrimenti sarebbe un altro boomerang che andrebbe a colpire il rendimento, già abbastanza negativo.

A volerla, comunque, vedere in positivo, va detto che il Cagliari ha incrociato Inter, Atalanta, Milan, Fiorentina e Roma. Non esattamente le ultime arrivate a vedere la classifica attuale. Certo, poteva fare qualcosa in più contro il Torino o, ancora meglio, contro il Bologna dopo essere passato in vantaggio. O contro l'Udinese che, così come la compagine sarda, fatica ad ingranare. Ma affrontare queste compagini di alto livello da ultima della classe, ha creato qualche apprensione, soprattutto a livello mentale. Ora, però, il tempo dell'ambientamento è terminato e alla squadra viene richiesta in particolare quella cattiveria agonistica e quella grinta che sono mancate in più di una occasione. Atteggiamento mentale che, con la definizione di un modulo certo e l'individuazione di uno zoccolo duro, sarà fondamentale per trovare, nel corso delle due settimane di lavoro a disposizione, la giusta quadratura. Per un Cagliari che ora, dopo aver sofferto, vuole regalare ai suoi tifosi le soddisfazioni che si meritano per non aver smesso, un solo secondo, di credere al progetto targato Claudio Ranieri.


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