L’ESALTAPORTIERI
di Vittorio Sanna
Scritto tutto attaccato, nuovo aggettivo che al Cagliari costa una marea di punti. Stankovic, dopo Carnesecca, senza dimenticare Meret e Leali, tralasciando volontariamente Di Gregorio e de Gea. I rossoblu non sanno entrare. Bussano, ribussano ma si trovano la porta chiusa in faccia, senza capire a fondo meriti e demeriti. Di certo la nostra porta non è blindata e nemmeno paragonabile e talvolta si passa anche con generosità. Come capitato a Venezia. D’accordo l’eroico portiere serbo del Venezia, uscito con le ferite frutto del coraggio, ma i nostri?
I nostri hanno giocato un bel calcio, con autorevolezza, eleganza e precisione per tutto il primo tempo, anche se negli ultimi venti metri la fatica a entrare è sproporzionata, tanto gioco, poche occasioni. Quando capitano c’è sempre l’ostacolo, anche involontario: la parata di testa proprio ci mancava. Lo squilibrio lo cogli quando passi da una porta all’altra. Oristanio diventa la volpe e i difensori del Cagliari i cacciatori e sul cross anche Augello perde cognizione e posizione e per Zampano, la grossa zampa basta per far carambolare la palla in porta. Fine della prima partita.
Nella seconda il Venezia ringhia e come i cinghiali che difendono i piccoli, attaccano il Cagliari che vorrebbe aggiustare la mira. Salta il bel gioco, il possesso, la precisione. Si posiziona il presepe in difesa che prima è Oristanio a beffare, ma Pohjampalo è in leggero fuorigioco e ci salva, ma Sverko, rotolando, dribbla in slalom gigante tutti i timidi paletti concludendo con tiretto puzzolente ma efficace. Disastro.
Ci vuole una scossa. Per la guerra era già entrato Lapadula. Per segnare Pavoletti, al posto di un Piccoli spaesato e infreddolito. Gli occhi della tigre e la voglia di lasciarsi tutto alle spalle. Il gol di Pavo vale tanto. Cambia ancora la gara.
Ora il Cagliari è aggressivo, voglioso, travolgente. Stringe d’assedio il Venezia ma Stankovic non cade più. Al costo di perderci la faccia in uno scontro con Lapadula a cui nega il secondo tentativo: il primo lo aveva sventato con grande guizzo. I gol che non fa il Cagliari esaltano il portiere e riducono a sconfitta la sintesi di una gara a tre facce. Non affonda in laguna il Venezia, ma ancora una volta il Cagliari. Come per Napoleone l’esilio a Sant’Elena non è piacevole. A Natale cenere di punti. Rimane la speranza di gennaio e l’incrocio con i campioni d’Italia. Anche se c’è Barella, guai a lasciarsi trasportare. Altre volte è capitato che i punti arrivino quando meno te li aspetti. In attesa del mercato della Befana.