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Il Cagliari torna sul mercato per redimersi, ma servirebbe un esame di coscienza interno

di Sergio Demuru

di Sergio Demuru

Si aprono le danze. Scatta quel mercato di riparazione che porta una scia di speranza. Soprattutto per quelle squadre che hanno cominciato la stagione con poche soddisfazioni condivise con una classifica da bollino rosso. Tutte alla ricerca, più o meno spasmodica, di un assetto che possa cambiare il corso degli eventi.

Anche il Cagliari si mette disciplinatamente in fila per redimersi. Un terz’ultimo posto in classifica mette ansia, tre sconfitte consecutive ancora di più. Soprattutto perchè, fino a poco meno di un mese fa, una “striscia” vincente aveva collocato i rossoblù in una posizione più tranquilla e comunque al riparo da spifferi. Poi, improvvisa, la caduta degli dei. Invero inaspettata, perchè pareva che Davide Nicola fosse riuscito a risolvere talune diatribe tattiche che minavano il rendimento globale. Sono bastate due sconfitte di misura a Firenze ed in casa con l’Atalanta, alla resa dei conti immeritate, alle quali è susseguita quella di Venezia, per far ripiombare nell’oblio. In modo particolare quella in Laguna è stata una sorta di ritorno alle vecchie abitudini.

Quelle di inizio torneo tanto per intenderci. Difesa ballerina, attacco in difficoltà con un’unica punta, centrocampo senza la necessaria dose di agonismo, ricetta richiesta per una squadra che si deve salvare. Difficile dire da cosa possa essere dipeso questo calo di tensione. Bisognerebbe esaminare nei dettagli gli aspetti tattici, che però spesso sono travalicati da quelli caratteriali. Il tecnico mette in campo quella che per lui è la migliore formazione possibile, dopo aver visionato i propri giocatori nel corso della settimana. Le scelte individuali possono essere opinabili, con uno al posto di un altro. Resta l’atteggiamento, l’approccio alla contesa, che a Venezia non sono stati in linea con quelle che erano le esigenze del confronto. E vengono fuori le magagne con la solita speranza di rimediare a gennaio.

Ma la soluzione ai problemi non va ricercata facendo riferimento ad eventuali arrivi o avvicendamenti in un mercato che storicamente non ha mai variato il corso degli eventi, se non in rare circostanze. Almeno per quanto riguarda il Cagliari. Sarebbe più opportuno farsi un esame di coscienza interno per cercare di capire ciò che non va. Che sicuramente c’è, vista la precaria situazione di classifica. Soprattutto i giocatori devono mostrare una maggiore applicazione. Non basta dare il massimo contro le “grandi” del torneo, se poi si scivola sulla classica buccia di banana costituita dalle “piccole” o comunque squadre sulla carta alla portata. L’atteggiamento va cambiato immediatamente, sin dalla sfida apparentemente scontata con i Campioni d’Italia poco prima di Capodanno. Al cospetto dell’Inter le motivazioni dovrebbero essere conseguenza della portata dell’avversario. Resta da verificare se vi sarà possibilità di raccattare qualcosa per rimpinguare la sterile classifica.


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