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IL CAGLIARI COATTO 

di Vittorio Sanna

di Vittorio Sanna

In italiano significa “costretto, sforzato, imposto per forza o con provvedimento”. In sardo vuol dire “violento, improvviso, a sorpresa. Italiano e sardo uniti nei due significati per raccontare la tattica del Cagliari quando affronta le squadre che ritiene superiori. Fare coatto, fingendo di essere distratto e di dormire per poi colpire all’improvviso, nelle risse, “partendo di testa” come purtroppo visto anche in altri campi e in situazioni poco costruttive. Giocato in undici è un calcio lento che mira ad addormentare il gioco, a neutralizzare l’avversario per poi , colpire all’improvviso, come riuscito ad Empoli. Ma solo ad Empoli. A preoccuparsi prioritariamente a far dormire il bambino che abbiamo di fronte, molto spesso rischiando che si addormenti il baby sitter.

È capitato ancora a Monza. Il Cagliari ha ninnato la squadra di Palladino che sembrava sul punto di crollare nel sonno e invece, una punizione coatta di Maldini ha fatto la frittata. “O lo dormo o mi dorme”: così si era pronunciato un noto pugile cagliaritano degli anni settanta alla vigilia di un match ostico e importante. Ci hanno “dormiti”. Effetto di un gioco che si ispira al calcio lento di Liedholm, senza un centravanti che segnasse, che si basava su esterni e interni di centrocampo capaci di trovare la scintilla. La filosofia del Barone Svedese prevedeva però anche tanto possesso di palla e non la totale concessione di menare la danza. Prevedeva inoltre, passaggi precisi e dosati in modo secco, difficili da neutralizzare.

Nel Cagliari la scintilla è cosa rara, come spesso la precisione e l’intensità del possesso palla e così capita che il singolo episodio diventa determinante come la punizione di Maldini, vanificando la strategia e lasciando solo la sensazione di essere stati sconfitti senza meritare, comunque limitando il passivo. La salvezza è affidata agli scontri diretti, come il prossimo. Sarà importante festeggiare la Pasquetta con una gita fuori campo che possa essere un giorno di libagione e gioia. Stando attenti a non cascare nel concomitante Pesce di Aprile. 

C’è la pausa a rincuorare. Si andrà al recupero degli assenti, in una squadra di pari protagonisti, mai da citare. Nel Cagliari, concreto, logico e pragmatico, ragione da mettere in campo per giustificare il mancato successo. Una responsabilità delegata che finora è stata in buone mani. Il destino del Cagliari passa da Yerri Mina, Luvumbo e Gaetano, primi attoriche avranno il compito di accorciare la distanza dal traguardo. Sperando vivamente non sia vero che tutto si deciderà all’ultimo minuto dell’ultima partita. Mettendo a rischio, il già maltrattato vecchio cuore rossoblu.  


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