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FINALMENTE IN SERIE A

di Vittorio Sanna

di Vittorio Sanna

Ora la si guarda negli occhi, senza timori e senza reverenze, faccia a faccia con le squadre più quotate del campionato. Il Cagliari è di serie A e lo ha dimostrato in un trittico che, per chi non ha sostanza, sarebbe stato da zero spaccato. Atalanta, Inter e Juventus, una dietro l’altra, per conquistare cinque punti, rimpiangendone quattro, realizzando due gol a partita e prendendone almeno due di troppo. Compattezza, concretezza, coraggio, dinamismo, personalità. Vincere con l’Atalanta nella settimana in cui si sbarazza del Liverpool. Pareggiare in rincorsa con l’Inter realizzando due gol e andando a punti, cosa mai capitata nel 2024 a una avversaria nerazzurra né in campionato né nelle Coppe, e rischiando seriamente di vincere (tre gol a San Siro questa stagione non li ha segnati nessuno). Pareggiare con la Juve con due gol al passivo per gentile concessione. Una serie di gare in successione che hanno solo bisogno del conforto in classifica per legittimare una conquista di credibilità, attesa, quanto inaspettata.

Si cresce per step, gradino improvviso, e non per linea costante in salita. Provi oggi, ci tenti domani, finché non ti accorgi che giocare alla pari non è un momento, non è una fatica, ma ti riesce. Ranieri ha accompagnato la sua squadra essendo lui per primo a tentare di rivedere i dettagli, come nello studio di una vettura di Formula Uno. Nella costruzione di una macchina adeguata ha cambiato e spostato, alternato e carburato, lubrificato e gonfiato, i diversi componenti che ora permettono di acquisire punti anche ai box, nei cambi di assetto. I protagonisti adeguano la corsa, soprattutto in attacco, con certezze crescenti che ora possono coinvolgere anche il sistema frenante.

Attacco più assestato della difesa. L’utilizzo di Shomurodov come unico riferimento centrale  ha segnato la svolta. Gol e assist hanno ripreso a fioccare con una frequenza devastante, quella di un leader abituato a prendere la sua Nazionale per mano, inventando soluzioni. La consapevolezza di Luvumbo è irriverente. Non è più il ragazzino che fa dispetti ma l’ordigno che rotola minaccioso nelle zone nevralgiche dell’attacco. Viola sta vivendo un’altra primavera. Chiamato nei minuti caldi delle partite è capace di far fiorire sogni e giocate che ricordano la fioritura giovanile.

C’è sempre da crescere e gli errori servono a capire come. Non si possono prendere gol con l’uomo di riferimento in barriera che è il primo a voltarsi e abbassarsi. Fin dalle giovanili chi va a guidare il muro su calcio piazzato deve avere lucidità, freddezza e determinazione. In serie A non ci si può specchiare nelle acque tumultuose di una gara. La velocità di esecuzione fa la differenza e la palla che perdi, il braccio che allarghi in modo scomposto, la linea difensiva che non segui, diventano fatali. Tanto da incassare 5 punti invece di 9. Ma lo fai in Serie A. Una squadra di serie B sarebbe uscita dal trittico con zero punti. Il Cagliari sta per entrare nel club delle compagini a giusto titolo nella Massima Serie. La strada è tracciata anche se il cammino non è ancora concluso.


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