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Cagliari, mercato di basso profilo: tiriamo le somme. La squadra ha mostrato parecchi buchi neri. Uomini inadatti al 3-5-2, ma ora Semplici ha un ventaglio di soluzioni. Ecco come può cambiare...

di Sergio Demuru

La linea societaria perseguita sino alla fine. Il mercato estivo, uno dei più poveri degli ultimi anni, ha chiuso i battenti con risultanze scontate. Il Cagliari non ha fatto eccezione operando con basso profilo. Due giornate per capire il ruolo rossoblù in stagione non posson bastare, a danno un’indicazione di massima su quel che sarà. Semplici ha tentato con abnegazione di rinsaldare un gruppo che nella scorsa stagione aveva condotto alla salvezza, riuscendoci in parte.

A sintetizzare quanto accaduto nei primi due turni non c’è di che essere soddisfatti. Nel modo più assoluto. Soprattutto a Milano la squadra è apparsa senza nerbo, priva delle necessarie valenze tattiche che aveva evidenziato sul finire della passata stagione al punto che proprio al Meazza tirò fuori una prestazione sopra le righe strappando il pareggio. Domenica scorsa è invece miseramente naufragata senza scusanti, neppure generiche. Come non bastassero le prime due uscite in campionato, le attese per un rinnovamento della rosa non sono state in linea con le intenzioni, se mai ci fossero state.

Nessun particolare movimento sussultorio da parte di una società già bloccata dall’indicatore di liquidità, ma che non ha saputo neppure muoversi convenientemente in un contesto di mercato atipico, diverso dagli ultimi anni, dove la solidità economica in generale era merce rara. I nuovi innesti necessari per colmare buchi in organico si sono ridotti agli arrivi di Caceres, Bellanova e soprattutto Keita Baldé, mentre le partenze sono risultate mirate per offrire l’opportunità di giocare altrove (vedi Cerri e Pinna). Nandez resterà a Cagliari, suo malgrado, mentre anche Walukiewicz non si è accordato con il Toro che lo ha corteggiato sino all’ultimo giorno.

Finito il mercato si tirano le somme fra entrate ed uscite. Capozucca ha lavorato di fino, spesso sotto traccia, per evitare di far gonfiare i prezzi dalla controparte. Caceres è arrivo di sostanza, nonostante l’età non più verde del giocatore, con un “pedigree” tutt’altro che di secondo piano avendo vestito, tra le altre, le maglie di Barcellona e Juventus oltre che della nazionale uruguaiana della quale per almeno un decennio è stato pedina insostituibile. Bellanova è una scommessa vera e propria sulla quale dovrà lavorare il mister. Il solo Keita Baldé ha referenze di qualità ed arriva per prendere il posto dell’insofferente Simeone. Nota positiva: Caceres va a rimpolpare una colonia uruguaiana che ha oramai pianta stabile in Sardegna e potrebbe essere anche per questo che Nandez è rimasto per adesso in rossoblù, almeno sino a gennaio quando le trattative di mercato verranno riaperte. 

Dopo due turni di gare la squadra mostra parecchi buchi neri. Soprattutto a Milano i rossoblù hanno incassato una superiorità milanista apparsa netta fin dai primi 45’ di gioco nonostante il pareggio di Deiola avesse fatto prevedere altri scenari. Semplici ha messo in campo la miglior formazione del momento, ma con tanti giocatori apparsi stralunati, con la testa altrove. Com’è giusto che sia considerato che avevano un piede dentro e l’altro fuori.

Finalmente adesso, a fine mercato, si è trovata la quadra e da qui in avanti la rosa non subirà variazioni. I nuovi arrivi serviranno per rimodulare i temi tattici. Probabilmente Semplici non ha gli uomini per utilizzare quel 3-5-2 che è una sorta di modulo di riferimento. Solo il lavoro giornaliero potrà contribuire a limare le manchevolezze, strizzando l’occhio ad una variazione di sistema di gioco. Con Keita Baldé si potrà attaccare convenientemente lo spazio ed il nuovo arrivato ben si coniuga con la forza fisica di Pavoletti. Senza dimenticare Joao Pedro, cannoniere degli ultimi anni, che potrà agire da trequartista alle spalle dei due o come secondo terminale offensivo in concerto con uno di essi. Ora mister Semplici è in grado di approfittare di un ventaglio di soluzioni, con Nandez punto di riferimento nella zona nevralgica. Effettivamente la valenza tecnica è pronunciata, soprattutto dopo aver visto all’opera l’intero panorama della massima serie. Se il Cagliari riuscirà ad esprimerla sul campo è un’incognita che scopriremo solo vivendo. 


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