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BEAUTIFUL STADIUM

di Vittorio Sanna

 di Vittorio Sanna

Una storia che affonda nei tempi dei tempi, di cui nessun umano vivente è certo di poterne raccontare il finale. Ogni puntata ha un suo nome e non si attende altro di poterlo chiamare semplicemente “Gigi Riva”, prima di nascere, come si sarebbe chiamato Andrea il figlio di Nino Manfredi e Mariangela Melato nel film “Lo chiameremo Andrea”, un figlio desiderato ma mai nato. Si parla di stadio, si parla di Sant’Elia, si parla di una costruzione per il calcio, il suo territorio, i tanti protagonisti di ieri di oggi e. sicuramente, di domani. Il suo nome è vincolato. Un’esclusiva concessione al Mito quella di poter già sapere che vivrà per sempre anche attraverso lo stadio del Cagliari. Se volete, anche un fatto scontato visto l’amore che Riva riassume all’apice della giovinezza della storia rossoblu.

Un colpo di scena dopo l’altro, a partire dal 1970, 53 anni fa, che hanno costruito una serie di romanzi anche drammatici, modello “Beautiful”. Una grande storia battezzata pochi mesi dopo lo scudetto, andata avanti fino alla maggiore età, quando nacque la prima grande svolta, i mondiali di calcio in Italia del 1990. C’erano una marea di soldi da investire e mentre a Bari si decideva di far nascere il San Nicola, lontano dal centrale Stadio della Vittoria, e a Torino lo Stadio delle Alpi, lontano dallo Stadio Olimpico, tutte le altre città sede dei mondiali hanno preferito entrare nel camerino per rifarsi totalmente il trucco. Anche Cagliari scelse questa strada, ma ritenendosi il Sant’Elia ancora tanto bello, la maggior parte dei soldi finirono in strade, asse mediano e bretella città/aeroporto. Una scelta che soli sei anni dopo, 1996, faceva spazio ai primi nuovi amori, a una struttura sportiva moderna proiettata al futuro. Uno che ci ha perso la Sardegna dietro il sogno di uno stadio è certamente Massimo Cellino. Era appunto il 1996 quando, da giovane, pensò uno stadio adatto alla sua età. Primo progetto e primi contrasti, tradimenti, impegni presi e non mantenuti. Insomma, “Beautiful”, la telenovela è appena iniziata.

Una cosa è certa: con il passare del tempo quello che sembrava un capriccio diventa un bisogno. Di fronte ai progetti che si susseguono e rimangono sulla carta, a contrasti su debiti veri e presunti tra proprietà e Comune, si arriva alle prime opere posticce per rendere lo stadio agibile. Le tribune montate dentro lo stadio sono un’aberrazione quasi provocatoria. Al cemento si sostituiscono tribune metalliche che avvicinano prima le curve e poi il settore “distinti”. Siamo già nel 2003 quando si è costretti ad andare a giocare a Tempio Pausania, il primo esodo per cercare di rattoppare il Sant’Elia. Alla bene e meglio perché, ad esempio, le certificazioni sul cemento armato usato per la costruzione dello stadio non ci sono o, comunque, non vengono fuori, non si trovano. Ristrutturare le vecchie tribune diventa impossibile.

Anche abbattere non piace a molti legati emotivamente al vecchio stadio. Si fanno crociate per difendere il Sant’Elia e Cellino diventa per la folta controparte il diavolo che non ha rispetto della storia pur di pensare ai suoi interessi imprenditoriali.  Intanto ci mette soldi di tasca e chiede solo la concessione a costruire. Per molti è troppo scaltro: meglio non fidarsi e non avere a che fare con lui.

Gli anni passano ancora, Il Sant’Elia cade a pezzi. Le parti si scaricano le colpe. Di fatto il vecchio stadio sembra uno stadio preistorico. Il sottoscritto lo ribattezza il Neanderthal Stadio e qualcuno anche si offende. Il Patron del Cagliari nel frattempo abbandona idealmente Cagliari. Prende in considerazione diverse soluzioni. Quella che gli piace di più è anche una provocazione: Elmas. Potrebbe sfruttare l’area vicino alla Scuola Agraria Duca degli Abruzzi. Preferisce acquistare e bloccare Santa Caterina, adiacente l’aeroporto. Interessi ancora che si scontrano e ancora denunce e conflitti. Anche stavolta la maternità non arriva a conclusione.

Ancora per bisogno e per provocazione si è costretti a emigrare. Il Cagliari è squadra italiana che può giocare da Trieste in giù. Si guarda fino a su, a Trieste appunto, al Nereo Rocco. Odissea che sembra momentanea, che diventa una tortura. Ormai è conflitto aperto e con il Comune di Cagliari si chiudono i rapporti. In tre mesi lo stadio si fa a Quartu, a Is Arenas. Questo è troppo. Bisogna fermare Cellino che mette in ridicolo tutti e soprattutto porta la squadra in altra città. Un autogol politico se avesse successo. Bisogna fermarlo. Si finisce per arrestarlo. Lui e chi lo aiuta nel Comune di Quartu, sindaco compreso. 

Stavolta tramortito quello che al primo progetto del 1996 era un giovane presidente è esausto, circondato, perseguitato, per certi versi, sputtanato. È costretto a lasciare. È costretto all’esilio. Per troppi era diventato lui l’interlocutore sbagliato, la causa dei tanti mali, il sasso nell’ingranaggio per arrivare a un nuovo stadio.

La nuova proprietà di Tommaso Giulini ha tutte le carte in regole per riprendere il discorso, ripartendo dal Sant’Elia. Ha la possibilità anche di accamparsi a fianco all’area del nuovo stadio, rimontando e perfezionando la struttura di Is Arenas, nel frattempo smontato da Quartu, anche se si diceva non fosse amovibile. Si piazza alla Sardegna Arena che ha anche il tempo di chiamarsi Unipol Stadium. Un assedio che ormai dura da anni. Dovrebbero essere risolti tutti i problemi, i contrasti. Giulini dialoga con tutti ma al momento di passare ai fatti, ancora qualcosa non va. Una, due volte, anche tre.

Beautiful è all’ennesima puntata. Cambiano i protagonisti ma non cambia la storia. Gli  anni passano e anche i più maturi, cominciano a temere di non riuscire a vedere come andrà a finire. Quando sarà l’ultima puntata?​​​​\



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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.


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