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Avanti a piccoli passi...sperando che bastino. I nemici e gli alleati di Ranieri. Una volata lunga 270 minuti. Cagliari in bilico, ma con un vantaggio non trascurabile

di Giuseppe Amisani

Avanti a piccoli passi...sperando che bastino. Il Cagliari frenato dal Lecce, ha rimandato l'appuntamento con la salvezza

Giuseppe Amisani

Benedetti sono stati quei 5 punti arrivati, in maniera totalmente inaspettata, contro Atalanta, Inter e Juventus. Perché se il Cagliari avesse affidato tutte le sue speranze di salvezza agli scontri diretti contro Genoa e Lecce, ora ci sarebbe davvero da stare poco tranquilli.

Tutto in linea con le previsioni di Claudio Ranieri, verrebbe da pensare visto che l'allenatore degli isolani aveva già messo in conto di portare la squadra al traguardo solo all'ultimo secondo. Resta, però, la grande amarezza per non aver sfruttato nel migliore dei modi quella spallata che i rossoblù avevano dato al torneo, facendo bella figura al cospetto di alcune tra le squadre più forti del campionato. Andare a dettare legge al Meazza, contro i nerazzurri non ancora arrivati al traguardo, è stato un segno di grande maturità. Calcistica e caratteriale. Peccato che il medesimo atteggiamento avuto in quel ciclo terribile di gare, non sia stato lo stesso delle due gare successive. A Genova è andato in scena il tracollo. Al quale poi, anche a causa del rosso a Geatano che ha, inevitabilmente, condizionato la gara, è seguito un pareggio contro il Lecce. Risultato: se il Cagliari non avesse fatto un mezzo miracolo qualche settimana fa, ora la situazione sarebbe potuta essere tragica. Anche perché nessuna di quelle in corsa per non retrocedere, a parte l'ormai spacciata Salernitana, vuole fare il minimo passo indietro.

Servono nervi saldi e compattezza. Fuori e dentro lo spogliatoio. Anche se qualche accenno di nervosismo sul rettangolo di gioco, non può certo essere un dato positivo. Alcuni rossoblù si sono pizzicati, con qualche rimprovero plateale, nel corso della gara, così come non sono mancati i momenti di tensione in alcuni interventi dello staff medico. In un clima di difficoltà, fisica e psicologica, che ha rischiato di costare caro. Per ora, Ranieri dovrà fare a meno di Gaetano e Augello. Ma sarà necessario aspettare qualche giorno per capire quali strascichi fisici avrà la gara contro il Lecce. Che comunque ha dato un punto, prezioso per muovere la classifica, ma di sicuro troppo poco per essere felice. Per come si stavano mettendo le cose, dopo l'inferiorità numerica, è stato quasi più un punto guadagnato che due persi. Ma resta il rammarico. Forte. Per non essere riusciti, in 180 minuti, a raccogliere qualcosa in più. Magari ne sarebbe bastato anche solo un altro per rendere la situazione meno amara. Perché in un finale così equilibrato e aperto a ogni conclusione, avere anche un vantaggio minimo rispetto alle altre, non può che essere un buon punto di partenza.

All'appello mancano appena tre gare e il Cagliari ne dovrà giocare due lontano dalla Sardegna, in casa del Milan e del Sassuolo, per poi chiudere il campionato alla Unipol Domus contro la Fiorentina. Ci vorrà un grande sforzo per evitare di essere risucchiati. Partendo da un vantaggio tutt'altro che trascurabile: i rossoblù arrivano alla volata finale in zona salvezza. Gli altri, per superare Pavoletti e compagni, dovranno fare parecchi sforzi e questi dovrebbero coincidere con un crollo isolano. Assolutamente fuori discussione. Visto che Ranieri continua a stare sul pezzo e a provare a portare tutto il suo entusiasmo nel gruppo. Acciacchi, infortuni e condizione fisica non al top continuano ad essere i suoi principali nemici ma fino a quando la squadra sarà al suo fianco, supportata dai tifosi, tutto resta in bilico. Anche perché i risultati a sorpresa sono tutti possibili e il Cagliari dovrà giocarsi, a prescindere dal nome dell'avversario, tutte le residue possibilità di restare in A. Giudicando l'ultimo mese verrebbe da dire più contro Milan e Fiorentina che in casa del Sassuolo. Ma da adesso e fino alla fine, tutti i pronostici saranno stravolti in 270 minuti tutti da vivere. Al termine dei quali il Cagliari scoprirà se merita ancora di restare nel calcio che conta.


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