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Applausi, abbracci e lacrime, si chiude l'era Ranieri. E ora quale futuro? Indispensabile muoversi per tempo. Caccia sl nuovo tecnico. Chi resta, chi parte e chi è in bilico

di Giuseppe Amisani

Un capitolo si è chiuso. In maniera attesa da molto ma inaspettata dai più fedeli ai colori rossoblù. L’avventura di Claudio Ranieri sulla panchina del Cagliari si è chiusa ufficialmente martedì poco prima delle 20. Ma già nelle ore immediatamente successive alla conquista della salvezza, non tutti erano pronti a scommettere sul prolungamento della sua parentesi isolana. Non certo perché sia stata priva di soddisfazioni.

Anzi. Aver centrato, in un anno e mezzo, due miracoli è stato un risultato sportivo che somiglia tanto ad altre imprese titaniche compiute dal tecnico rossoblù. Ottenerne un altro sarebbe stato molto difficile. E ci sarebbe voluto non solo tutto l’apporto del pubblico, che anche in questo scorcio nell’arco di due campionati, non ha fatto mai mancare la sua spinta. Ma anche una buona dose di fortuna. E di acquisti oculati.

Tante devono essere sembrate le incognite allo stesso Ranieri che alla fine ha deciso di fare un passo indietro. Lasciando un grande ricordo nel popolo isolano. E soprattutto permettendo al Cagliari di difendere la massima serie, dopo avercelo riportato con una seconda parte di campionato da applausi alla ricerca della promozione. 

La festa di Reggio Emilia, l’accoglienza calorosa in aeroporto di rientro dalla trasferta in casa del Sassuolo e il nuovo abbraccio mercoledì alla Unipol Domus hanno anticipato il gran finale. Contro la Fiorentina tutti gli occhi erano puntati su Ranieri, sulle sue emozioni e sulle sue lacrime. Perché lasciare la panchina del Cagliari non è stata certo una decisione presa a cuor leggero.

Ora, però, lo spettacolo deve continuare. E una volta chiuso il campionato, il club dovrà immediatamente programmare il prossimo. Per evitare di fare scelte affrettate, come alcune di quelle compiute l’estate scorsa. Sarà necessario puntare sugli elementi di qualità che possano essere utili alla squadra formata da tanti giovani di belle speranze. A loro, la società affiderà il compito di creare un gruppo compatto che sappia durare nel tempo. E allo stesso tempo che riesca a reggere l’urto della massima serie.

Da Luvumbo a Prati passando per Sulemana, Obert, Kourfalidis, Kingstone e Veroli, tanto per individuare quelli già a disposizione del Cagliari. Ai quali andranno aggiunti elementi di esperienza e spessore che possano fare la loro parte, accompagnando i più giovani nel percorso di crescita. Alcuni degli attuali protagonisti andranno via (Petagna, Wieteska, Hatziadiakos, probabilmente Nandez, Gaetano e Shomurodov), altri sono ancora in bilico (Oristanio, Pavoletti, Viola). Qualcuno dovrà fare la chioccia, come Lapadula e Deiola. Ma l’interrogativo più grande in una squadra che ancora deve essere pensata, riguarda la guida tecnica. Non sarà facile, per chi arriverà, prendere il posto di Claudio Ranieri. Sulla panchina rossoblù e nei cuori dei tifosi. Sarà un’eredità pesante da gestire, ricca di insidie ma anche stimolante. Ma proprio dalla scelte del nuovo allenatore, dipenderanno le sorti di un Cagliari che spera, finalmente, di aprire un ciclo lungo che possa portarlo in zone più serene della classifica.


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