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Zola: "Lasciare il Chelsea per giocare in B con il Cagliari è stata una scelta di cuore"

di Paola Pascalis

Gianfranco Zola, intervistato da Il Riformista, ha toccato tanti temi legati alla sua carriera: "Le pagine opache? L’addio al Parma, la nazionale, qualche panchina nel Cagliari. Partiamo dalla Nazionale: il “rosso” con la Nigeria a Usa ’94: era il 5 luglio, il mio peggior compleanno! Poi, il rigore paratomi dal tedesco Köpke agli Europei ’96. Con l’Italia avrei voluto dare di più. Ma non ho mai mollato: dopo i mondiali, al Parma siamo arrivati secondi, vinto Coppa e Supercoppa Uefa. Ho segnato 19 gol e sono arrivato sesto nel Pallone d’oro".

Diceva di Cagliari, da lei riportato in A con Edy Reja.
"In A avrei potuto giocare un altro anno. Me lo chiesero, dissi di no. Ho chiuso con due gol alla Juve. Avevo 38 anni, doveva andare così".

La stessa Juve che all’andata costrinse al pari battendo di testa Buffon tra giganti come Thuram e Zebina
"Ho ringraziato Brambilla, il cross era perfetto".

Roman Abramovič, neo proprietario del Chelsea, su input di José Mourinho, ha detto al presidente del Cagliari Massimo Cellino: «Mi ridia Zola». Al diniego del patron sardo, ha replicato: «Compro il club, quanto costa?»…
"(ride). Il Chelsea mi chiese di tornare, avevo già dato la parola al Cagliari".

Rimpianti?
"No. Lasciare un club che puntava a vincere la Champions per andare in B, forse è stato anomalo. Ma sognavo di portare in Sardegna le mie esperienze. È stata una scelta di cuore".


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