Marchetti: "Per la depressione non riuscivo a tuffarmi. Al Cagliari non capivano"
Federico Marchetti, attraverso una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport, è tornato a parlare del suo passato al Cagliari, definendolo uno dei periodi più complicati della sua carriera. Di seguito un estratto delle sue parole: "Ero depresso, non ho vergogna nel dirlo. Avevo smarrito me stesso, non riuscivo nemmeno più a tuffarmi tra i pali. Stavo male, non ero nello stato mentale adatto per scendere in campo. Lo dissi al preparatore dei portieri. "Non me la sento". Non fui capito. Giocavo a Cagliari e la società insabbiò tutto: venne solamente comunicato che ero infortunato. In realtà avrei avuto bisogno di sostegno, non di essere lasciato solo. La depressione è una malattia, va trattata con serietà".
L'ex estremo difensore ha poi aggiunto: "Ho subìto un mobbing camuffato. Mi allenavo con la prima squadra, ma non venivo mai convocato. Tornavo dal Mondiale in Sudafrica, dove ho collezionato anche due presenze, e mi fu addossata la colpa di aver detto che mi sarebbe piaciuto giocare la Champions. (…) Pensi che in tribunale mi presentai con un vestito viola per far innervosire Cellino: aveva gli occhi sbarrati".