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Marchetti: "Non è facile stare fermo, tante porte ti si chiudono e io l'ho provato sulla mia pelle"

di Paola Pascalis

L'ex portiere del Cagliari Federico Marchetti è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola per commentare la prestazione di David De Gea che parato due rigori in Fiorentina-Milan: "Non ero il solo a esserci riuscito nell'impresa di parare due rigori. C'era stato anche Consigli qualche anno prima ad esempio. Siamo pochi però sono contento che un portiere di livello internazionale come De Gea ci abbia raggiunto, per giunta in una partita importante come Fiorentina-Milan. Io l'ho fatto in un palcoscenico diverso, non era una partita così importante per noi, lo era per il Carpi ma non per la Lazio. Quella doppia parata servì soprattutto al Palermo, che si salvò per la sconfitta del Carpi, infatti ogni volta che vado in Sicilia mi accolgono da eroe".

Lei in quel Carpi-Lazio parò due rigori ma allo stesso tiratore, Mbakogu. De Gea l'ha fatto con due tiratori diversi, cosa cambia?
"Per quanto riguarda la mia ottica nel parare i rigori, ho avuto più difficoltà ad affrontare lo stesso rigorista. In quel caso per due volte si presentò sul dischetto Mbakogu e mi ricordo che feci una finta. De Gea ha avuto due rigoristi diversi e era preparato su quali fossero le loro soluzioni. Poi è stato anche fortunato e ovviamente bravissimo".

De Gea è arrivato a Firenze dopo più di un anno di inattività, se l'aspettava già a questo livello?
"Un portiere di questo livello ha solo bisogno di giocare. L'anno scorso avrà avuto pretese economiche più importanti rispetto a quelle di quest'anno. Non è facile stare fermo. Dopo qualche mese tante porte ti si chiudono e io l'ho provato sulla mia pelle".

Al Genoa, ha giocato anche sei mesi con Albert Gudmundsson (dal gennaio 2022 a giugno 2022), un semestre concluso con la retrocessione in B.
"Quei sei mesi che ha fatto con me erano ingiudicabili perché era un'annata stregata, lui arrivò in un contesto in cui qualsiasi giocatore avrebbe avuto difficoltà Però le sue qualità si intuivano e mi ricordo che a fine allenamento spesso ci fermavamo a fare un esercizio: lui faceva questa sfida contro di noi portieri, cross dalla fascia e doveva controllare e tirare nel giro di due tocchi, ho quasi sempre perso contro di lui, era infallibile".


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